Infanzia, anche il Lazio regione “vietata ai minori”

Secondo i dati di Save the Children, meno di 2 bambini su 10 frequentano l’asilo nido; quasi metà degli alunni non ha mensa; più di 1 su 10 abbandona gli studi; oltre la metà dei minori non legge libri

Nel Lazio meno di 2 bambini su 10 frequentano l’asilo nido o un servizio per la prima infanzia; quasi la metà degli alunni non usufruisce della mensa a scuola e più di 1 ragazzo su 10 abbandona gli studi prima del tempo. Inoltre più della metà dei minori non legge libri, quasi un terzo non naviga in internet e non fa sport. Sono solo alcuni dati che fotografano la povertà educativa nel Lazio e che emergono dal nuovo rapporto “Nuotare contro corrente. Povertà educativa e resilienza in Italia” diffuso da Save the Children in occasione del lancio della campagna “Illuminiamo il futuro” per il contrasto alla povertà educativa.

Secondo il rapporto, il Lazio risulta la dodicesima regione italiana sulle 18 profilate per il tasso di povertà educativa che colpisce bambini e ragazzi, privandoli delle opportunità necessarie per apprendere, sperimentare e coltivare le proprie competenze e aspirazioni. Campania, Sicilia, Calabria, Puglia e Molise occupano i primi cinque posti della triste classifica, rivelandosi i territori in cui i minori sono maggiormente privati della possibilità di sviluppare percorsi di resilienza determinanti per superare ostacoli e condizioni di svantaggio iniziali.

Da questi dati, l’Italia sembra proprio un “Paese vietato ai minori”, dove quasi 1 milione e trecentomila bambini e ragazzi – il 12,5% del totale, più di 1 su 10 – vivono in povertà assoluta, oltre la metà non legge un libro, quasi 1 su 3 non usa internet e più del 40% non fa sport. Ma, soprattutto, un Paese «dove i minori non riescono a emanciparsi dalle condizioni di disagio delle loro famiglie e non hanno opportunità educative e spazi per svolgere attività sportive, artistiche e culturali, sebbene siano moltissimi i luoghi abbandonati e inutilizzati che potrebbero invece essere restituiti ai bambini per favorire l’attivazione di percorsi di resilienza, grazie ai quali potrebbero di fatto raddoppiare la possibilità di migliorare le proprie competenze».

Esaminando in dettaglio i singoli parametri che compongono l’Indice di povertà educativa nel Lazio, si osserva che nel nostro Paese quasi il 14% dei ragazzi abbandona gli studi precocemente, una delle percentuali più alte in Europa e che raggiunge livelli ancor più elevati in Sicilia (23,5%), Sardegna e Campania (18%). Nel Lazio, tale percentuale (10,9%) è invece solo di poco inferiore rispetto alla media nazionale.

Più della metà delle classi della scuola primaria (51%) e il 94% di quelle della scuola secondaria, inoltre, nel Lazio, non offrono l’opportunità del tempo pieno agli studenti, a fronte di percentuali nazionali rispettivamente del 66% e dell’86%. Da sottolineare come nel caso delle scuole secondarie, sia una regione virtuosa come l’Emilia-Romagna a seguire il Molise nella classifica negativa, con quasi il 96% delle classi senza tempo pieno[5]. Quasi 1 alunno laziale su 2 (45%), inoltre, non accede invece al servizio di mensa scolastica, poco al di sotto della media nazionale (49%).

Per quanto riguarda la partecipazione dei minori alle attività culturali e ricreative, l’IPE ci dice che il 56,3% dei minori nel Lazio non legge libri (53% a livello nazionale); quasi un terzo (28,9%) non utilizza internet (valore nazionale al 29%) e il 27% non fa sport (dato nazionale: 43%). Inoltre, il 63,5% non va a teatro (69% in Italia), il 54,8% non visita mostre o musei (contro il 55%), il 75,6% non assiste a concerti (contro il 77%) e il 66,2% non visita siti archeologici (69% in Italia).

punto luce torre maura save the childrenDall’avvio della campagna “Illuminiamo il futuro”, nel maggio 2014, Save the Children ha attivato su tutto il territorio nazionale 23 Punti Luce, spazi ad alta densità educativa, che sorgono nei quartieri e nelle periferie maggiormente svantaggiate delle città, per offrire opportunità formative ed educative gratuite a bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni.  Tra questi i due Punti Luce di Roma, nei quartiere di Torre Maura e Ponte di Nona. Nel Punto Luce di Torre Maura, inaugurato nel 2015, finora 2.100 bambini e ragazzi hanno usufruito delle diverse attività, tra cui sostegno allo studio, laboratori artistici e musicali, promozione della lettura, accesso alle nuove tecnologie, gioco e attività motorie; nel 2017 sono stati inoltre coinvolti 160 genitori.

Nel punto luce di Ponte di Nona – attivato nel 2014 -, invece, hanno potuto beneficiare delle attività proposte 1.000 bambini e adolescenti, e dal 2017 sono stati coinvolti 114 genitori. Dall’inizio della campagna sono state assegnate attraverso i due Punti Luce di Roma 82 doti educative, ovvero piani formativi personalizzati per bambini e adolescenti che vivono in condizioni certificate di disagio economico, che prevedono, tra gli altri, un contributo economico per l’acquisto di libri e kit scolastici, l’iscrizione a un corso sportivo o musicale, la partecipazione a un campo estivo e altre attività educative alle quali i minori si mostrano particolarmente inclini.

 

14 maggio 2018