India, prete cattolico invitato a parlare in moschea: «Grazie fratelli»

Padre Puhussery ha ringraziato la comunità musulmana per gli aiuti ricevuti all’indomani dei disastrosi eventi causati dalle piogge monsoniche

Nel Kerala, in India, padre Joseph Puthussery ha visitato la moschea di Juma su invito dell’imam locale, pronunciando un discorso di ringraziamento per gli aiuti umanitari ricevuti dopo le recenti inondazioni. A riportare la notizia è stata l’Agenzia Fides. Il prete ha raccontato che molti fedeli musulmani si sono mobilitati provvedendo a portare cibo e assistenza alle vittime delle alluvioni che si erano rifugiate nella sua chiesa. In tutto sono stati 580 i senzatetto che hanno trovato riparo a Sant’Antonio. Le strutture cristiane hanno fatto di tutto per aiutare gli sfollati e si sono ritrovate ad affrontare l’emergenza, con carenza di cibo e acqua.

«Sono andato subito alla moschea –
ha detto il sacerdote -, ho incontrato l’imam e ho chiesto il suo aiuto. Su invito dell’imam, dopo la preghiera, i fratelli musulmani sono venuti in chiesa portando una grande quantità di cibo e acqua». I musulmani hanno fornito assistenza umanitaria ai senzatetto in chiesa per diversi giorni. «Oltre al cibo e all’acqua, i giovani musulmani hanno portato medicine, utilissime». Le autorità della moschea – dopo l’impegno nella solidarietà – hanno offerto poi al prete cristiano il pulpito che è di solito riservato a un “maulavi” (chierico musulmano), ed è da lui usato per rivolgersi al suo popolo.

Il sacerdote ha detto ai fedeli: «Non ho parole per esprimere la nostra gratitudine ai fratelli musulmani per il generoso sostegno che hanno offerto durante il periodo di difficoltà». Parlando per dieci minuti, ha detto: «Sebbene le inondazioni ci hanno tolto molti oggetti di valore, hanno anche spazzato via molti mali sociali. Il diluvio ha anche travolto i muri che ci separavano, l’orgoglio nei nostri cuori. Ci ha tolto il senso di autosufficienza». P. Puthussery ha ricordato l’appello di Papa Francesco a «costruire ponti, non muri», sottolineando la necessità di continuare la collaborazione interreligiosa per promuovere l’armonia nella società.

«Questo legame fraterno non deve cessare:
dovremo trasmettere alla nuove generazioni i valori che abbiamo riscoperto attraverso questa calamità», ha aggiunto. Niyaz Nasser, uno degli oltre 250 musulmani presente nella moschea , ha dichiarato che, nella comune sorpresa, si è vissuta «un’esperienza diversa e commovente: è stato un momento di grande gioia e orgoglio che ci dà speranza per un futuro luminoso» ha detto Nasser.

4 settembre 2018