Incontro dei religiosi: «Arrivare, abitare e attraversare le frontiere»

L’invito è venuto da monsignor Carballo della Civcsva che ha sottolineato come i consacrati siano spesso «in frontiera, agli avamposti delle missioni, assumendo i più grandi rischi per la loro vita»

«Uscire», un invito rivolto a tutti. Riformare strutture, metodi e stili. Vivere profeticamente la missione. «I religiosi sono intraprendenti, originali, generosi» ha sottolineato monsignor Josè Carballo, segretario generale della Civcsva, intervenuto oggi alla 54° assemblea dei Religiosi promossa dalla CISM. «Li si trova spesso agli avamposti della missioni, in frontiera, ed assumono i più grandi rischi per la loro salute e per la loro stessa vita».

Frontiere che pongono sfide: «smettere di stare a guardare dalla finestra», come dice il Papa, e aggiunge monsignor Carballo «scendere nella strada antistante o limitrofa, creare ponti, vincoli, assumere le situazioni di povertà, di ingiustizia, di una dura realtà di esclusione che nega la dignità della persona, dove si soffre violenza e discriminazione». Uscire prima che un movimento fisico è «un moto interiore, un processo che libera dall’egocentrismo». Per questo è essenziale coltivare la libertà interiore, perché «non si è disponibili una volta per tutte. Siamo cercatori, del volto di Dio – ricorda ai Provinciali – in quelli deformati di tanti fratelli e sorelle».

Tre le indicazioni: andare, abitare e attraversare le frontiere. Andare coltivando l’intimità itinerante e la comunione missionaria, sul modello dei discepoli di Emmaus. Abitarle con una testimonianza coerente, trasparente, che faccia vedere l’amore senza limiti. In questo essere vigili, lucidi, aperti al dialogo, forti nel discernimento e immersi nel reale. Attraversare le frontiere infine, con un esercizio di identificazione e solidarietà. “L’identità personale e comunitaria, cresce nella misura in cui la si dà come regalo, la nostra identità è sempre pacificatrice e riconciliatrice.

«Non ci spaventi la complessità nella quale ci muoviamo. Celebriamo il dono della nostra vocazione, buona notizia per il mondo di oggi». Per questo trasformare stili, orari, linguaggio, struttura perché tutto diventi «canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale». Quattro desideri infine pensando all’oramai imminente inizio dell’anno dedicato alla vita consacrata: «lasciarci evangelizzare e riconciliare, aver cura delle persone e ravvivare le comunità, amici dei poveri e dei diversi, coraggio nel trasformare le strutture per vivere più evangelicamente ed impegnarci di più nell’annuncio del Vangelo». A conclusione dell’incontro i Provinciali saranno ricevuti in udienza da Papa Francesco.

 

7 novembre 2014