Inchiesta travolge il ministro Guidi: dimessa

Il ministro dello Sviluppo Economico ha rassegnato le dimissioni per «una questione di opportunità politica» dopo l’inchiesta di Potenza

Il ministro dello Sviluppo economico ha rassegnato le dimissioni per «una questione di opportunità politica» dopo l’inchiesta di Potenza 

Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi si è dimessa nella serata di giovedì 31 marzo con una lettera al presidente del Consiglio Mattero Renzi. «Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato – ha scritto l’ex ministro al premier -. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese».

Le dimissioni sono arrivate nella
stessa giornata in cui sono state rese note le inchieste, da parte della Procura di Potenza, sulla gestione dei rifiuti liquidi prodotti dal C.O.V.A. (Centro Olio Val d’Agri) di Viggiano, nell’ambito della concessione “Val d’Agri”. Le indagini, fino a questo momento hanno portato a cinque arresti ai domiciliari a carico di funzionari e dipendenti dell’Eni, con 37 indagati.

L’inchiesta si compone di due filoni: uno relativo ai reati ambientali e il secondo, denominato “Tempesta rossa” ha scoperto un «ben sperimentato e consolidato sistema di malaffare caratterizzato da tutta una serie di reati contro la pubblica amministrazione», scrivono gli inquirenti. In questo presunto giro sarebbero emerse delle intercettazioni che coinvolgono l’imprenditore e compagno del ministro Guidi, Gianluca Gemelli. Il ministro, in una delle telefonate al vaglio dell’inchiesta, rassicurerebbe il compagno, indagato, sull’approvazione di un emendamento favorevole ai suoi interessi.

1° aprile 2016