Incendio di Malagrotta: servono «scelte definitive»

Costantini (Cisl Roma Rieti): «Roma è fragilissima e ha bisogno di uno sforzo definitivo per girare pagina sull’emergenza rifiuti». Fit-Cisl Lazio: «Preoccupati per la salute di cittadini e lavoratori»

«Il disastro di Malagrotta, al di là delle responsabilità accidentali o colpose che la magistratura dovrà appurare, dimostra ancora una volta che una Capitale come Roma è fragilissima e ha bisogno di uno sforzo definitivo, in termini economici, politici e sociali, per girare pagina sull’emergenza rifiuti, convergendo nella scelta di puntare a impianti moderni e avanzati di trattamento mirati alla chiusura del ciclo dei rifiuti». Carlo Costantini, segretario generale della Cisl Roma Capitale Rieti, commenta con queste parole l’incendio divampato mercoledì 15 giugno negli impianti di gestione rifiuti di Malagrotta. E parla di «una catastrofe ambientale ed economica di proporzioni ancora oggi inimmaginabili».

Di qui la richiesta alle istituzioni della «massima celerità per introdurre misure di aiuto per le realtà economiche, soprattutto agricole, che gravitano nella zona e sono messe a repentaglio dalla crisi ambientale sprigionata dai fumi tossici». Allo stesso modo, prosegue Costantini, «vanno tutelati tutti gli abitanti interessati dallo sprigionarsi di sostanze tossiche nell’aria. Al contempo, però, non dobbiamo prenderci in giro: l’emergenza rifiuti è l’emergenza di Roma. Finché non verrà affrontata come tale, con la responsabilità, le risorse, il rigore e l’urgenza che il caso pretende, saremo destinati ad una drammatica sequela di incidenti, rallentamenti, crisi. Basta mettere toppe a un sistema che non regge più: è ora di fare scelte chiare, definitive e senza cedimenti», l’esortazione.

Sulla preoccupazione per la salute di lavoratori e cittadini intervengono anche Luigi Benedetti e Massimiliano Gualandri, rispettivamente segretario regionale e coordinatore Igiene ambientale della Fit-Cisl del Lazio. «Siamo in costante contatto con la E.Giovi, proprietaria dell’impianto, e anche con Ama, per fare in modo che i lavoratori, tra cui quelli che prestano servizio presso l’autorimessa aziendale di Ponte Malnome, la più vicina ed esposta a emissioni nocive, siano in sicurezza», scrivono in una nota congiunta. E guardando all’immediato, «è fondamentale – proseguono – procedere a una riorganizzazione tempestiva e flessibile, che si adatti in modo rapido agli esiti dei monitoraggi delle centraline sulla qualità dell’aria. I racconti che ci arrivano da chi si è trovato in prossimità dell’incendio sono davvero impressionanti e siamo pronti a contribuire a soluzioni tempestive per la sicurezza di tutti».

In attesa che siano verificate le cause e le dinamiche dell’incendio di ieri – il secondo in pochi anni dopo quello del Tmb Salario -, «ribadiamo che il problema della gestione dei rifiuti va risolto nel suo insieme, in modo sistemico: servono impianti, centri di smistamento e un’organizzazione del ciclo dei rifiuti solida, in grado di reggere alle fatalità, alle insidie e alle emergenze. Dobbiamo raggiungere questo obiettivo per il bene dei lavoratori, degli abitanti e della stessa Capitale», concludono i sindacalisti.

17 giugno 2021