Incendi in Sardegna, l’arcivescovo Carboni: «La nostra terra, ferita dai suoi figli»

Le fiamme divampate tra 23 e 24 luglio e alimentate da vento e caldo, per tutto il fine settimana. La vicinanza della Chiesa a quanti hanno perso beni e attività

Fine settimana di incendi, per la Sardegna, dove le fiamme sono divampate tra la sera di venerdì 23 e la mattina di sabato 24 luglio in una zona boscosa del massiccio del Montiferru, nella zona centro – occidentale (provincia di Oristano). Vento e alte temperature hanno poi alimentato gli incendi, che nella giornata di sabato hanno raggiunto i centri abitati di Santu Lussurgiu e di Cuglieri e quindi quello di Sennariolo. Toccata anche Porto Alabe, località turistica di mare, dove circa 200 persone hanno dovuto lasciare le proprie case. Il bilancio complessivo: quasi 1.500 persone sfollate e oltre 20mila ettari di terreno bruciati. Distrutti boschi, oliveti, campi coltivati, aziende e case. Ancora da appurare le cause. Tutto sarebbe partito da un’automobile incendiata venerdì sera a Bonarcado: le fiamme avevano bruciato circa 20 ettari di bosco ed erano state spente, per riaccendersi poco dopo nella stessa zona. La Procura di Oristano sta indagando

«È deplorevole che la nostra terra ancora sia stata ferita per mano dei suoi stessi figli che non hanno a cuore la cura della Casa comune», scrive Roberto Carboni, arcivescovo di Oristano e vescovo di Ales-Terralba, in un messaggio di solidarietà inviato a nome di tutta la Chiesa locale. Ricordando i «gravi e ingenti danni nelle campagne» e le «grosse preoccupazioni» arrecate alla popolazione, il presule assicura «tutta la mia vicinanza e solidarietà alle comunità colpite e in particolare a chi, a causa di questa piaga, ha perso i suoi beni e le sue attività».

26 luglio 2021