In Yemen siglato il cessate il fuoco tra governo e movimento di opposizione

L’intesa raggiunta dopo 4 anni di conflitto. Kirolos (Save the Children): «Il mondo sta aspettando. Mettere in pratica i passi concordati»

Dopo 4 anni di conflitto, è stato siglato ieri, 13 dicembre, il cessate il fuoco tra il governo dello Yemen e il movimento di opposizione Ansar Allah attorno alla città di Hudaydah, porto chiave per l’ingresso degli aiuti alimentari a una popolazione affamata. L’annuncio è stato dato nell’ultimo giorno dei colloqui in Svezia, svoltisi sotto l’egida dell’Onu, dopo che il segretario generale Antonio Guterres aveva detto ai partecipanti alla 
conferenza inter-yemenita che «il futuro del Paese» era nelle loro mani, come la responsabilità della peggiore crisi umanitaria di questo secolo.

I dati parlano di 20 milioni di persone insicure e di 10 milioni che non sanno come ottenere il loro prossimo pasto. Pur rilevando che «le questioni pendenti» devono ancora essere risolte, il segretario delle Nazioni Unite ha affermato che i rappresentanti del governo dello Yemen e dell’opposizione hanno compiuto «reali progressi» e stabilito una «comprensione reciproca per alleviare la situazione a Taizz». Nodo cruciale resta quello dello scambio di massa dei prigionieri che potrebbero in migliaia riunirsi con le proprie famiglie e l’apertura di corridoi umanitari per garantire la messa in sicurezza nelle zone di conflitto. Guterres ha elogiato anche la grande generosità degli yemeniti che pur con «molti problemi, durante la guerra civile, hanno continuato ad aprire le loro porte, i loro cuori e i loro confini ai somali. È una lezione per il mondo in un tempo in cui, sfortunatamente, così tanti confini, così tante porte, così tanti cuori restano chiusi oggi».

Per  Tamer Kirolos, direttore Save the Children in Yemen, «è fondamentale che le parti in conflitto mettano subito in pratica i passi concordati in Svezia, in linea con il diritto umanitario internazionale. Il mondo sta aspettando. Il cessate il fuoco a Hodeidah e la riapertura dell’aeroporto di Sanaa ai voli interni – ha affermato – sono primi passi importanti per contribuire ad alleviare la crisi umanitaria in atto ora nello Yemen». L’esortazione di Kirolos è a utilizzare questa «finestra di opportunità» come primo passo fondamentale «per raggiungere un cessate il fuoco stabile a livello nazionale, per fare in modo che gli aiuti e i beni commerciali abbiano accesso a tutto il Paese e riescano a raggiungere i bambini e le famiglie che ne hanno più bisogno». Si tratta, ha sottolineato, di «una questione di vita o di morte, in un Paese in cui circa 85mila bambini si suppone siano morti per estrema fame e malattie o per cause assolutamente prevenibili».

Aspettando quel «sollievo duraturo» che solo la fine della guerra può portare alla popolazione yemenita, è il monito del direttore di Save the Children, «la comunità internazionale deve continuare a fare pressione su tutte le parti in causa per affrontare con urgenza la crisi umanitaria e per evitare una vera e propria carestia». In concreto, significa «ridurre le restrizioni sugli aiuti umanitari e sui beni di prima necessità, stabilizzare l’economia in forte crisi e fermare i combattimenti, in modo che non si perdano più altre vite». 

14 dicembre 2018