In Yemen oltre 21 milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria

La denuncia di Save the Children, che riprende le operazioni nel Paese dopo la sospensione per la morte di un operatore, imprigionato dal 9 settembre

Riprese dal 6 novembre le operazioni di Save the Children nella parte settentrionale dello Yemen, dopo la sospensione di 10 giorni in seguito alla morte di un membro dello staff – il direttore della sicurezza Hisham Al-Hakimi, 44 anni, padre di quattro figli – detenuto dal 9 settembre, che ha portato alla richiesta di un’immediata indagine indipendente e a un periodo di lutto per l’organizzazione. Il funerale dell’uomo si è svolto il 29 ottobre.

I programmi, che erano stati temporaneamente sospesi, rappresentano oltre il 65% delle operazioni nel Paese di Save the Children, che lo scorso anno ha raggiunto 1,8 milioni di persone in Yemen, tra cui 1,1 milioni di bambini. La stima però è che quest’anno saranno 21,6 milioni – tra cui 11 milioni di minori – le persone che avranno bisogno di assistenza umanitaria e protezione. «Durante questo periodo di riflessione, non solo abbiamo onorato la memoria di Hisham, ma abbiamo anche riaffermato il nostro impegno a garantire il benessere del nostro personale – afferma  David Wright, direttore operativo di Save the Children International -. I bisogni dei bambini in Yemen sono immensi e continuano a essere la nostra forza trainante. Ecco perché riprendiamo le nostre operazioni e rinnoviamo il nostro impegno a fornire l’assistenza salvavita di cui hanno bisogno».

La tragica morte di Hisham, evidenziano dall’organizzazione, «ricorda duramente le gravi sfide che lo Yemen continua ad affrontare, ma non dissuaderà Save the Children o la comunità umanitaria dal fornire aiuti. È fondamentale che la comunità internazionale, le parti in conflitto e tutte le parti interessate coinvolte riconoscano e sostengano la neutralità e la sicurezza del personale umanitario che si dedica al servizio delle popolazioni più vulnerabili».

8 novembre 2023