In un blog della Caritas le storie dei senza dimora

Dal 28 dicembre, inizio dell’«emergenza freddo», contati 247 clochard in situazioni di estremo disagio o pericolo. Le loro esperienze raccontate da operatori e volontari, on line su www.caritasroma.it

«Non si può mostrare ai figli il fallimento di un padre». È stata questa la risposta di Enrico ai volontari della Caritas quando si sono fermati da lui per offrigli un riparo e gli hanno chiesto di raccontare la sua storia. Ormai anziano, dopo essere stato un atleta professionista e titolare di un’attività commerciale non andata a buon fine, da diversi anni non ha rapporti con i familiari. Ha passato gli ultimi mesi nei giardini e nei parcheggi intorno al cimitero del Verano. «Eravamo molto preoccupati per lui – dice Mario Urbinati, operatore Caritas -, continuava a tossire e ad avere freddo. Inizialmente non ha accettato la nostra proposta, in imbarazzo per il suo cattivo odore. Lo abbiamo tranquillizzato e si è convinto a seguirci».

Dal 28 dicembre, quando la Caritas diocesana di Roma ha iniziato i gruppi di supporto notturni come intervento straordinario del piano freddo da affiancare alla normale attività di accoglienza, le due équipe di volontari e operatori che escono ogni notte hanno contattato 247 senza dimora in stato di estremo disagio e pericolo; 16 sono stati accolti nelle strutture o ricoverati negli ospedali; a 173 è stata data una coperta o un sacco a pelo. Di questi, ben 36 sono state le persone segnalate al centralino emergenze 06.88815200 dai cittadini.

I volontari raccontano le loro esperienze in un blog che curano quotidianamente nel sito www.caritasroma.it. Ma importanti, oltre ai numeri dell’attività, sono le storie dei senzatetto incontrati. «In un sottopasso pedonale della Gianicolense – scrivono – abbiamo trovato una coppia di trentenni che dormono su un materasso matrimoniale sistemato sul marciapiede. Lei ci ha detto di avere appena partorito, ma non ha parlato del figlio. Vivono e dormono in quel giaciglio con un cane che tengono sulle gambe per riscaldarsi. Sembra che abusino di sostanze tossiche. Gli diamo delle coperte, le gradiscono perché hanno detto che questi giorni hanno sofferto molto il freddo».

Particolarmente impegnativi gli interventi che vengono realizzati per rispondere a segnalazioni dei cittadini e delle parrocchie. «In via Cavour – spiega ancora Urbinati, che coordina i gruppi – la sera di San Silvestro ci hanno segnalato una donna con evidenti disturbi mentalle mentre era sdraiata e infreddolita, poi l’abbiamo coperta. Dovrebbe avere intorno ai 40 anni, ed era spaventata per il flusso di gente che a piedi raggiungeva piazza Venezia lanciando petardi».

Sulla strada sono molte le presenze di stranieri, tra loro i rifugiati politici che non trovano posto nei centri di accoglienza. «A Prati Fiscali, su segnalazione, abbiamo incontrato un uomo di 51 anni di origine sudanese. L’abbiamo trovato lungo una pista ciclabile nei pressi di un piccolo parco; era in piedi intirizzito che tremava dal freddo. Dopo un primo momento di reticenza, ha accettato il nostro invito a essere accompagnato in un posto caldo».

Un aspetto che sempre più sta emergendo, spiega Roberta Molina, responsabile dell’Area Accoglienza della Caritas romana, è la presenza di senza dimora negli ospedali. Lo scorso 10 gennaio, i gruppi notturni sono intervenuti in due grandi nosocomi chiamati dai medici. «Una volta giunti ci siamo incamminati nella direzione indicataci dall’infermiera per scoprire tante persone che si riparano nelle corsie e nei luoghi nascosti dentro l’ospedale. Uno era stato dimesso tre giorni prima, ma continuava a stare lì non sapendo dove andare». Scena simile nella sala d’aspetto di un Pronto Soccorso, con una coppia di anziani che da alcuni giorni vi passava la notte «perché più sicuro rispetto alla stazione».

19 gennaio 2015