In Ucraina oltre 7 milioni di bambini senza istruzione

Save the Children: danneggiate o distrutte almeno 1.888 scuole (18 al giorno), più che nei primi 7 anni di conflitto nella parte orientale del Paese. Ogni giorno in fuga 33.500 minori

A 100 giorni dall’inizio della guerra in Ucraia, Save the Childern fa la conta dei danni peri bambini. A cominciare dalla scuole danneggiate e distrutte: almeno 1.888, secondo il ministero dell’Istruzione e della scienza ucraino. Per l’esattezza, 1.708 sono state danneggiate e 180 (vale a dire 1 su 10) distrutte. Il dato è comunque più del doppio del numero di attacchi registrati nell’Ucraina orientale dal 2014 al 2021, quando circa 750 scuole sono state danneggiate, distrutte o costrette a chiudere. La guerra, insomma, ha interrotto l’istruzione di tutti i 7,5 milioni di bambini che vivevano in Ucraina all’inizio di quest’anno. Per Onno van Manen, direttore pro tempore di Save the Children in Ucraina, sono numeri che «dovrebbero indignare tutti. Ogni giorno che passa con questa guerra in corso – afferma – mette sempre più a rischio le vite e il futuro dei bambini. Questa guerra deve finire ora».

I bombardamenti incessanti sul Paese hanno costretto alla fuga, dal 24 febbraio, oltre 6,7 milioni di persone, di cui la metà bambini, con una media di circa 33.500 minori in fuga ogni giorno. Per molti di loro, le scuole non colpite sono diventate luogo di riparo dalla violenza, riferiscono da Save the Children, raccontando, fra le tante, la storia di Mariia, 13 anni, fuggita dalla regione orientale di Donetsk con la mamma, il fratello di 6 anni e il loro gatto, quando i combattimenti si sono intensificati vicino alla loro città natale. Hanno viaggiato per due giorni in treno fino a Leopoli. Da lì sono andati oltre, finché non hanno trovato una scuola dove rifugiarsi. «Quando abbiamo lasciato la nostra regione d’origine, ero felice che non avremmo sentito più quelle esplosioni – racconta -. Ma ero triste di lasciare la casa, il nostro appartamento. Ora viviamo in un’atmosfera diversa, ci sono molte persone qui. Tutto è cambiato». Da aprile infatti Mariia e la sua famiglia vivono in una classe e condividono i bagni con altre 60 persone nella scuola di Chernivtsi, nell’Ucraina occidentale. «Fisicamente mi sento bene ma emotivamente è stato difficile – le parole della piccola -. Spero di poter tornare a casa. Se non sarà possibile, ci sistemeremo qui. Spero che tutte le persone stiano bene e trovino serenità».

Una scuola su 10 che è stata attaccata quest’anno è stata completamente distrutta e più della metà delle 1.708 scuole danneggiate si trovava nell’Ucraina orientale. Un singolo attacco, rilevano da Save the Children, «non solo può causare danni devastanti ai bambini, fisici ed emotivi, ma anche privare centinaia di studenti della possibilità di ricevere un’istruzione di buona qualità. A volte a essere distrutto è l’unico luogo di apprendimento di una comunità». E i bambini continuano a sopportare il peso maggiore della guerra. Sebbene l’istruzione sia una priorità assoluta per bambini e genitori in crisi, infatti, «troppo spesso è il primo servizio a essere sospeso e uno degli ultimi a riprendere». Un rapporto dell’organizzazione pubblicato nel 2019, per il quale sono stati intervistati più di 1.200 bambini in sei Paesi colpiti da crisi umanitarie, ha rilevato che quasi un bambino su tre (29%) desiderava soprattutto avere la possibilità di andare a scuola. Attualmente tutte le scuole in Ucraina sono chiuse. Tuttavia, Save the Children ha aiutato le autorità ucraine a migliorare il sistema di didattica online del Paese in modo che bambini e adolescenti abbiano ancora accesso a una didattica a distanza coinvolgente. Come Lev, 11 anni, che vive in un rifugio a Chernivtsi, a circa mille chilometri dalla sua casa a Kharkiv. Non vedeva l’interno di un’aula dallo scoppio della guerra. Ora sta continuando i suoi studi online. Altri bambini invece hanno dovuto sospendere la loro istruzione, in particolare quelli che vivono in aree con combattimenti attivi e accesso limitato a internet o ai dispositivi informatici, e quelli che fuggono dal Paese.

«Ogni attacco a una scuola è un attacco ai bambini, così come ogni guerra è una guerra contro i bambini», afferma ancora van Manen, definendo «deprecabile» il fatto che il numero di scuole bombardate negli ultimi 100 giorni sia più che raddoppiato rispetto ai 7 anni di conflitto prima di questa escalation. I recenti combattimenti, oltretutto, hanno esacerbato una situazione umanitaria già grave, soprattutto nelle aree orientali del Paese. Save the Children chiede quindi a tutte le parti in conflitto di cessare gli attacchi e le minacce contro le scuole e di astenersi da qualsiasi uso militare delle strutture educative. «La presenza di forze militari o altri gruppi armati nelle scuole danneggia le strutture, interrompe l’istruzione degli studenti e può provocare attacchi da parte delle forze avversarie. Le scuole devono essere protette come spazi sicuri che offrono riparo dai pericoli e l’opportunità di imparare e giocare», dichiarano.

In Ucraina, Save the Children distribuisce giocattoli e kit educativi per far sì che i bambini imparino ovunque sia possibile, incluse le stazioni ferroviarie e le metropolitane dove si rifugiano per proteggersi dalla guerra. Sta anche lavorando con il ministero dell’Istruzione e della scienza, le autorità locali e i partner per creare spazi di apprendimento digitale nei centri di accoglienza in tutto il Paese, dove i bambini possono accedere ai dispositivi o utilizzare i propri per continuare l’apprendimento, mentre con l’aiuto di partner locali fornisce alloggio, cibo, denaro, carburante, supporto psicologico, kit per l’infanzia e l’igiene alle famiglie sfollate. Distribuisce anche kit essenziali per la casa alle famiglie colpite dal conflitto.

3 giugno 2022