In Ucraina, “La pace in cammino”

Anche il presidente Cei Zuppi al webinar organizzato da Avvenire e Vita: «Allargare il più possibile spazi di tregua e umanizzazione». Tarquinio (Avvenire): «Raccontare di più chi prova a fare la pace». Vignarca (Rete pace e disarmo): «Soccorrere, disarmare e negoziare»

Nel cammino verso e per la pace «la società civile ha un enorme valore, non solo testimoniale, perché può aprire punti di contatto e portare a delle opportunità concrete». A sostenerlo è stato ieri, 13 giugno, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, intervenendo al webinar “Kiev, la pace in cammino”, organizzato da Avvenire e da Vita, il mensile dedicato al racconto sociale, al volontariato e alla sostenibilità economica e ambientale. Sottolineando che «il rischio è quello di abituarsi alla guerra», Zuppi ha osservato come «la guerra è sempre una sconfitta e anche chi vince perde» e come sia importante oggi «cercare di allargare il più possibile spazi di tregua e di umanizzazione» perché «questo può già permettere ulteriori passi sulla via della pace». Ancora, il porporato ha messo in luce il valore della conoscenza della storia dei popoli coinvolti nel conflitto ucraino, laddove «abbiamo forse pensato troppo poco e non abbiamo saputo capire certi segnali».

(foto: Esarcato di Odessa)

Per Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire, «la guerra deve essere raccontata di più, e con maggiore rilevanza e coordinazione, in relazione a quelli che provano a fare la pace» mentre spesso «si insiste sui particolari bellici». Per il giornalista, a mancare è soprattutto «una mobilitazione di massa» e, di più, «una rete che abbracci tutto il continente e il collegamento logistico tra le persone che organizzano cammini di pace», tenuto anche conto che «in questo momento non vedo nei palazzi della politica nessun accompagnamento». Eppure «sono tante le iniziative che si stanno mettendo in campo con le ong, le organizzazioni delle società civile e l’aiuto di migliaia e migliaia di cittadini italiani», ha detto Riccardo Bonacina, fondatore di Vita. In particolare Luigi Manconi, sociologo ed editorialista, sottolineando che «dobbiamo operare per il cessate il fuoco», ha guardato alle «oltre 220 persone e ai 70 mezzi che si sono messi in cammino verso Leopoli per “Stop the war now” lo scorso 1° aprile» mentre sono «oltre 5mila i cittadini europei attesi dagli organizzatori del progetto Mean, Movimento europeo di azione non violenta, che sta organizzando il “cammino di pace” verso Kiev per il prossimo 11 luglio, con il coinvolgimento di 35 organizzazioni». Sono invece in calendario per il 24 giugno e il 14 luglio due carovane della pace nella città di Odessa. Promosse dalla Rete italiana pace e disarmo, intendono «dare voce a tre verbi: soccorrere, disarmare e negoziare, cioè offrire uno sguardo bilaterale e ampio sulla guerra, almeno a livello europeo», ha spiegato Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne del movimento pacifista.

(foto: Stopthewarnow.eu)

Proprio in collegamento dalla città di Odessa è intervenuto Nello Scavo, inviato di Avvenire, riferendo che «qui per la maggior parte della gente “pace” significa “vittoria”» e che «servono costanza, coerenza e vicinanza alla popolazione ucraina», mostrando che «non siamo qui solo nella fase di emergenza». Sempre in collegamento dall’Ucraina, ma dalla città di Leopoli, hanno partecipato al confronto on-line Angelo Moretti, portavoce del Movimento europeo di Azione nonviolenta, e Marianella Sclavi, sociologa e attivista della Fondazione Langer. Il primo ha evidenziato che «non ci stiamo a stare dietro le quinte di un conflitto a vedere che succede, non possono esserci solo sanzioni e dialoghi militari» e come non basti «una logica binaria e dicotomica tra armi e non armi», perché «oggi esiste una resistenza armata ucraina che nessuno può recriminare ma che non può essere la risposta. Per questo serve dialogare con la società civile». Da parte sua Sclavi ha auspicato che l’Europa «affronti in modo creativo il conflitto, con l’intervento dei corpi civili di pace e un appoggio politico forte».

14 giugno 2022