In Ucraina e Medio Oriente, «troppe vittime innocenti. Troppi bambini massacrati»

All’Angelus, l’appello del Papa alla preghiera per la pace. I 75 anni della Convenzione di Ginevra: «Durante i conflitti armati siano rispettate vita e dignità di persone e popoli»

«Per favore, continuiamo a pregare per la pace, specialmente in Ucraina, Palestina, Israele, Libano». Al termine dell’Angelus di ieri, 27 ottobre, dopo la concelebrazione solenne che ha concluso l’assemblea del Sinodo dei vescovi, Papa Francesco è tornato ancora una volta a rivolgere il suo appello perché «si ponga fine all’escalation e si metta al primo posto la  vita umana che è sacra». E guardando in particolare ai conflitti che insanguinano l’Europa e il Medio Oriente, ha sottolineato che «le prime vittime lì sono della popolazione civile, lo vediamo tutti i giorni. Troppe vittime innocenti vediamo ogni giorno,  immagini di bambini massacrati, troppi bambini. Preghiamo per la pace», ha insistito.

Nelle parole del pontefice, anche il riferimento al Sinodo appena concluso. «Preghiamo – ha esortato – perché tutto quello che abbiamo fatto in questo mese vada avanti per il bene della Chiesa». Quindi, il ricordo di alcuni anniversari: il 22 ottobre si è celebrato il 50° della creazione da parte di san Paolo VI della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo; oggi, 28 ottobre, è il 60° della dichiarazione conciliare Nostra Aetate. «Soprattutto in questi tempi di grande sofferenza e tensione – l’appello di Bergoglio – incoraggio quanti sono impegnati a livello locale per il dialogo e per la pace».

Sempre oggi, si apre a Ginevra «un’importante conferenza internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna rossa a 75 anni della convenzione di Ginevra. Possa l’evento risvegliare le coscienze affinché durante i conflitti armati siano rispettate la vita e la dignità delle persone e dei popoli, come anche l’integrità delle strutture civili e dei luoghi di culto in osservanza del diritto internazionale umanitario – l’auspicio del pontefice -. È triste vedere come nella guerra, da qualche parte, si distruggono gli ospedali e le scuole».

Da ultimo, le parole rivolte alla «amata Chiesa di San Cristobal, nello stato messicano del Chiapas, che piange il sacerdote Marcelo Perez, assassinato domenica scorsa». Ricordando il prete ucciso, lo ha definito «uno zelante servitore del Vangelo e del popolo fedele di Dio: il suo sacrificio, come quello di altri preti uccisi per fedeltà al ministero, sia sempre esempio di pace nella vita cristiana». E ancora: «Sono vicino alle popolazioni delle Filippine, colpite da un fortissimo ciclone – ha proseguito Francesco -: il Signore sostenga quel popolo tanto pieno di fede».

28 ottobre 2024