In Somalia oltre la metà dei bambini affetta da malnutrizione

Save the Children: tra ottobre e dicembre quasi 6,7 milioni di persone a rischio alimentare. «Il tempo a disposizione per evitare la carestia inizia a scarseggiare»

1,8 milioni: vale a dire, oltre la metà dei bambini (54,5%). È il dato dei piccoli della Somalia di età inferiore ai 5 anni che soffrono di malnutrizione acuta. 1 su 6 è affetto dalla forma più letale. A rilevarlo è Save the Children, sulla base degli ultimi dati, dopo l’allarme lanciato dalle Nazioni Unite nella conferenza stampa di ieri, 13 settembre, al Palazzo delle Nazioni di Ginevra sulla situazione nel Paese, con alcune zone avviate verso la carestia entro pochi mesi. Rispetto alle previsioni precedenti relative alla malnutrizione infantile, si registra un aumento del 20%, a causa della peggiore siccità degli ultimi 40 anni che ha colpito la Somalia, dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari e del conflitto. 513.500 i bambini (quasi 1 su 6) che soffrono di malnutrizione acuta grave, con un aumento del 25% rispetto alle previsioni precedenti. A livello generale, la stima è che tra ottobre e dicembre di quest’anno quasi 6,7 milioni di persone in Somalia – il 41% della popolazione – si troveranno a combattere contro una diffusa carenza di cibo, con un aumento di quasi 2,4 milioni di persone rispetto alle cifre precedenti.

«Il tempo a disposizione per evitare la carestia comincia a scarseggiare», affermano dall’organizzazione. Famiglie e bambini vivono in una situazione di sofferenza e devastazione diffusa nel Paese, dove la carestia del 2011 ha ucciso 260mila persone, metà delle quali erano bambini. Quindi, quattro raccolti consecutivi scarsi o falliti dal 2020, l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari locali e importati, la morte di oltre tre milioni di capi di bestiame, la siccità e lo sfollamento della popolazione indotto dal conflitto hanno creato un’emergenza potenzialmente letale. «La gravità della crisi alimentare in Somalia, che si estende a tutto il Corno d’Africa, non è mai stata così acuta. La finestra di opportunità per agire e fermare questa sofferenza continua a ridursi rapidamente ma inesorabilmente. I bambini stanno già morendo. I servizi istituiti per combattere la malnutrizione e la fame nel Paese non sono sufficienti a soddisfare gli enormi e crescenti livelli di bisogno – dichiara il direttore nazionale di Save the Children in Somalia Mohamud Mohamed Hassan -. Con il triplicarsi negli ultimi 30 anni del numero di disastri legati al clima, gli shock climatici frequenti e ricorrenti – come siccità, inondazioni e cicloni – stanno ripetutamente decimando l’agricoltura e il bestiame, provocando lo sfollamento della popolazione e spingendo milioni di persone a soffrire la fame – prosegue -. Il grande paradosso è che il Paese ha contribuito in misura minima alla crisi climatica, eppure ne sta risentendo più pesantemente». In questo momento infatti «il Corno d’Africa sta vivendo una siccità estrema e persistente dopo quattro stagioni consecutive di piogge mancate – un evento climatico che non si vedeva da almeno 40 anni – ed è destinato a peggiorare».

Save the Children, attiva in Somalia dal 1951, chiede ai donatori di intensificare la loro risposta alla crisi e di garantire che cibo, acqua e servizi sanitari salvavita siano immediatamente disponibili per le famiglie che ne hanno disperatamente bisogno in tutto il Paese. Chiede inoltre alla comunità internazionale di intervenire per porre definitivamente fine alla fame in Somalia e nel Corno d’Africa, affrontando alla radice le cause, «tra cui la ricerca di una soluzione sostenibile alla crisi climatica globale e il sostegno alle comunità più colpite per adattarsi e prepararsi agli shock climatici». Da parte sua, l’organizzazione ha raggiunto dall’inizio del 2022 oltre 24mila persone, curando più di 50mila bambini affetti da malnutrizione e fornendo acqua a più di 25mila famiglie e sostegno economico a quasi 11mila nuclei nelle aree più colpite.

 

14 settembre 2022