In Siria il 90% dei bambini ha bisogno di aiuto

12mila i piccoli uccisi o feriti in 10 anni di conflitto. La denuncia dell’Unicef: il futuro di una generazione appeso a un filo. «I bisogni umanitari non possono aspettare»

12mila bambini uccisi o feriti: più di 3 al giorno. Oltre 5.700 – alcuni anche di 7 anni – reclutati nei combattimenti. Più di 1.300 strutture sanitarie e scolastiche finite sotto attacco, con il relativo personale. È il bilancio dei 10 anni di guerra in Siria – l’anniversario il prossimo 15 marzo – compilato dall’Unicef, che prende in esame l’impatto di questo periodo di conflitto sui bambini e sulle famiglie nel Paese. E il primo dato è che circa il 90% dei piccoli ha bisogno di assistenza umanitaria, con un incremento del 20% rispetto allo scorso anno.

Le vite e il futuro di un’intera generazione, insomma, sono appesi a un filo. Basti pensare, rilevano dall’Unicef in una nota, che «nell’ultimo anno, il prezzo medio del paniere alimentare è aumentato del 230%» e che «i numeri segnalati di bambini che presentano sintomi di stress fisico sono raddoppiati nel 2020 a causa della continua esposizione a violenza, shock e traumi che hanno avuto un significativo impatto sulla salute mentale dei bambini, con conseguenze di breve e lungo periodo». Il risultato: oltre mezzo milione di bimbi sotto ai 5 anni in Siria soffrono di ritardi nello sviluppo a causa della malnutrizione cronica. A questo deve aggiungersi che circa 2,45 milioni di bambini in Siria e altri 750mila piccoli siriani nei Paesi vicini non vanno a scuola; il 40% sono ragazze e/o bambine.

Per il direttore generale Unicef Henrietta Fore, «questo non può essere solo un altro triste anniversario, messo in secondo piano dalla comunità internazionale, mentre i bambini e le famiglie in Siria continuano a lottare. I bisogni umanitari non possono aspettare. La comunità internazionale – prosegue – dovrebbe fare ogni sforzo per portare la pace in Siria e sollecitare sostegno per i bambini». Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, intanto, continua a fare la sua parte, offrendo sostegno alla popolazione anche per fronteggiare la pandemia di Covid-19. A oggi, sono circa 900mila i bambini che hanno ricevuto vaccinazioni di routine o contro il morbillo, 400mila quelli raggiunti con supporto psicosociale. Ancora, sono oltre 3,7 milioni i bambini che hanno avuto accesso a istruzione formale e informale.

Ora, per garantire assistenza ai bambini della Siria le organizzazioni umanitarie come l’Unicef hanno «urgente bisogno di supporto e fondi». In particolare è di 1,4 miliardi di dollari la cifra stimata «per la risposta in Siria e nei paesi vicini nel 2021», si legge nella nota Unicef. Nel testo, anche un appello affinché «i bambini associati a gruppi armati, soprattutto coloro che vivono nel nordest del Paese, siano reintegrati nelle comunità locali; le parti in conflitto evitino attacchi su bambini e infrastrutture civili, comprese scuole, ospedali, cliniche e punti di approvvigionamento idrico». Il Fondo Onu chiede anche il rinnovo della risoluzione del Consiglio di sicurezza sull’assistenza transfrontaliera, «che permette di continuare a fornire assistenza salvavita attraverso i confini della Siria». Il presupposto è che «non ci sono vincitori in questa guerra e la perdita più grande è per i bambini della Siria. È ora che le parti in conflitto abbassino le armi e avviino un tavolo di negoziazione. Pace e diplomazia sono l’unica strada per uscire da questo abisso».

11 marzo 2021