In scena a San Pio X “Er Vangelo seconno noantri”

Protagonisti i ragazzi del gruppo universitari, con alcuni attori professionisti. Il parroco don Andrea Celli: «Il Verbo si incarna lì dove abita e vive»

«Un’occasione per fare comunità intorno alla Parola di Dio che si incarna nella nostra cultura e tradizione romanesca». Con queste parole don Andrea Celli, parroco di San Pio X alla Balduina, ha presentato la lettura animata di “Er Vangelo seconno noantri”, l’opera del poeta Bartolomeo Rossetti andata in scena ieri sera, lunedì 3 maggio, nella chiesa parrocchiale grazie alla partecipazione e al contributo dei ragazzi appartenenti al gruppo universitari della comunità e di alcuni attori professionisti, tutti rigorosamente con la mascherina.

«L’iniziativa nasce in un contesto pastorale – spiega don Andrea -. Abbiamo cominciato a chiamare i ragazzi della zona che avevano dai 18 ai 28 anni per invitarli a fare catechesi, incontri e sin da subito mi sono reso conto della varietà anche in termini di fede: tra loro c’era chi credeva ma anche chi era agnostico». Da qui l’idea del parroco di puntare su attività culturali capaci di tenere uniti i ragazzi e farli esprimere: «Ho pensato che potesse essere importante partire dall’espressività dell’arte, così ho chiesto ad alcuni nostri parrocchiani, che sono attori professionisti, di darmi una mano a portare in scena un’opera che avesse una valenza religiosa. È stato il doppiatore e regista Mino Caprio a proporre ai ragazzi la rappresentazione del Vangelo in romanesco». È nata così una lettura animata fedele alla Buona Novella che il gruppo di lavoro, composto da una ventina di ragazzi, ha scelto di dividere in due tempi: il primo andato in scena durante il periodo di Avvento; il secondo ieri, 3 maggio, con la rappresentazione dalle Beatitudini alla Risurrezione, trasmessa anche in diretta streaming sul canale YouTube della parrocchia.

«Il Verbo si incarna lì dove abita e vive; questo significa che viviamo il Vangelo anche leggendo i segni dei tempi e adeguandolo a quelle che sono le Verità dei nostri contesti geografici – prosegue don Andrea -. Far recitare questi ragazzi in romanesco significa anche fargli ricordare le proprie tradizioni». Non solo: la messa in scena dell’opera di Rossetti è stata preziosa anche «in termini di aggregazione ed evangelizzazione, soprattutto in un periodo difficile come questo in cui tutti hanno paura di stare vicino agli altri – commenta ancora il parroco -. Noi, invece, con le dovute cautele abbiamo dimostrato che si può andare avanti». Diversi infatti gli incontri che sono stati organizzati in questi mesi al fine di offrire un ritratto quanto più realistico della vita di Cristo, capace di coniugare l’espressione scherzosa tipica del dialetto romanesco con il senso di grande riverenza richiesto dal soggetto trattato.

«Rispettare i carismi e le inclinazioni dei ragazzi si è rivelata una scelta vincente – prosegue -. Lo spirituale si costruisce infatti sull’umano e il culturale». Un risultato notevole in termini di originalità, impegno e fluidità della narrazione, che è stato reso possibile grazie al contributo di professionisti quali Mino Caprio in veste di regista; Roberto Fazioli nel ruolo di Gesù; il doppiatore Stefano De Sando nella parte di Pilato; Norman Mozzato che ha interpretato la voce di Dio. E ancora, le artiste Vania e Ilaria Della Bidia; il maestro Attilio Di Giovanni e Giorgio Grasso del Teatro Ecuba di Roma. A concludere i saluti finali poi, don Andrea, il quale, nel suo 23° anniversario di sacerdozio, ha scelto di rivolgere un pensiero speciale ai ragazzi, i veri protagonisti: «Grazie per aver osato per noi e con noi; di evangelizzare i nostri cuori con la vostra dedizione – ha detto -. Avete reso bello e significativo il giorno del mio eterno “sì” davanti al Signore».

4 maggio 2021