In quaresima il sostegno di Acs ai sacerdoti in paesi islamici

Si potrà richiedere la celebrazione secondo le proprie intenzioni, al sacerdote che potrà così sostenersi grazie alle donazioni

Si potrà richiedere la celebrazione secondo le proprie intenzioni, al sacerdote che potrà così sostenersi grazie alle donazioni

Messe ordinarie, gregoriane, tridui e novene da poter richiedere a sacerdoti presenti in territori a rischio di persecuzione. Durante la Quaresima, Aiuto alla Chiesa che Soffre propone una campagna di Messe con un duplice scopo: da un lato il benefattore può richiedere la celebrazione secondo le proprie intenzioni, dall’altro il sacerdote potrà sostenersi grazie alle donazioni. Quest’anno la Fondazione pontificia sostiene in particolare il clero operante nei Paesi a maggioranza islamica, permettendo ai sacerdoti presenti in Siria, Iraq, Egitto, Nigeria e tanti altri, di dedicarsi a tempo pieno alle comunità cristiane oppresse.

Secondo i dati provvisori per l’anno 2016, la Fondazione a livello internazionale ha ricevuto offerte per le celebrazioni di Messe per un totale di 11,9 milioni di euro. Questi fondi hanno permesso di sostenere 43.027 sacerdoti in tutto il mondo, il 33,5% dei quali in Africa. Le intenzioni di Messe sono state in totale 1.435.888. Ciò significa che nel mondo un sacerdote su nove è stato sostenuto dai benefattori della Fondazione, e che ogni giorno del 2016 sono state celebrate 3.933 Messe, una ogni 22 secondi, secondo le intenzioni e grazie alle offerte dei donatori di Aiuto alla Chiesa che Soffre.

Secondo monsignor Georges Abou Khazen, vicario apostolico di Aleppo (Siria) per i Cattolici di rito latino, «le offerte per le celebrazioni di Sante Messe sono molto importanti perché in molte diocesi contribuiscono allo stipendio mensile del sacerdote. Si tratta quindi di una forma di sostegno necessaria». Aiutare i sacerdoti permette di aiutare anche la stremata popolazione. «Prima del conflitto i fedeli sostenevano la Chiesa, i suoi sacerdoti e le sue attività, ora è la gente ad avere un estremo bisogno di essere aiutata dalla Chiesa. Tutti soffrono a causa di una situazione molto difficile. Tanta gente bussa alla porta chiedendo aiuto».

Per Don Ihab Alrachid, sacerdote di rito greco-melchita cattolico della diocesi di Damasco (Siria), «le offerte per la celebrazione di Sante Messe sostengono i sacerdoti, ma in questa fase successiva al conflitto armato, consentono agli stessi sacerdoti di aiutare le famiglie che hanno bisogno. Molti siriani hanno perso il lavoro, e necessitano di beni essenziali quali il cibo e le medicine. Se noi non ricevessimo queste offerte per le Sante Messe non saremmo in grado di aiutare tanta gente».

10 marzo 2017