In piazza San Pietro inaugurati albero e presepe

Piantati altri 49 alberi lo stesso giorno in cui è stato tagliato l’abete. Il presepe ricorda i migranti. Bertello: «Malta terra di vangelo»

Piantati altri 49 alberi lo stesso giorno in cui è stato tagliato l’abete. Il presepe ricorda i migranti. Bertello: «Malta terra di vangelo» 

Il presepe donato da Malta e l’albero di Natale, proveniente dal Trentino, sono stati inaugurati in piazza San Pietro lo scorso 9 dicembre, alla presenza della banda pontificia e di centinaia di fedeli che nel pomeriggio hanno occupato un grande spicchio della piazza del Bernini. Il presepe, realizzato dall’artista Manwel Grech, è composto da 17 figure. Per il cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato della Città del Vaticano, «Dagli albori del cristianesimo, quando paolo Apostolo naufragò nel suo viaggio a Roma per esservi giudicato, Malta è terra del Vangelo. È significativa, nel presepe, la presenza di un barcone, con il quale i migranti tentano di sfidare il mare per raggiungere l’Europa in cerca di un rifugio o di un futuro migliore».

Come ha ricordato il Papa, i presepi allestiti nelle chiese, nelle case e nei luoghi pubblici «sono un invito a far posto nella nostra vita e nella società a Dio». Spiega monsignor Charles Scicluna, arcivescovo di Malta, citando una delle figure del Presepe: «Quel pastore che dorme sotto la casa maltese, col balcone con la Croce di Malta, è un po’ tutti noi, che siamo distratti: c’è il pericolo che il Natale passi e che noi continuiamo a dormire, a non partecipare all’evento della grazia e della misericordia».

Da Scurelle, in Valsugana trentina
, proviene invece l’abete rosso di 85 anni. È una pianta ecosostenibile data la sua provenienza: boschi certificati Pefc. Una volta abbattuto l’abete, sono stati piantati altri 49 nuovi alberi. Sui rami dell’albero le decorazioni dei piccoli pazienti dei reparti oncologici degli ospedali italiani.

«L’altezza di questo albero – ha detto l’arcivescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi – e la sua collocazione accanto al Presepio di Malta, me lo fa immaginare anche un po’ come un faro, un faro che diventa in questa ora un po’ difficile, per non dire difficile della storia, presenza e luce. E il suo essere accanto alla Grotta mi permette di dare un nome a questa luce: Gesù di Nazareth».

 

12 gennaio 2016