In piazza San Pietro 70mila per Paolo VI

I fedeli sono giunti da tutto il mondo, quelli italiani particolarmente dalla Lombardia e dalla diocesi di Brescia. Tanti anche i giovani: «È stato un uomo aperto al dialogo»

Verso le 11, con un tweet, la Sala Stampa della Santa sede annuncia la presenza in piazza San Pietro di circa 70 mila fedeli, giunti da tutta Italia per assistere alla Beatificazione di Papa Paolo VI. Nutritissimo il settore occupato dai pellegrini della diocesi di Brescia. Proprio qui, in un piccolo paese all’inizio della Val Trompia, a nord di Brescia,il 26 settembre 1897 nasceva il neobeato.

Da questa valle, insieme alla sorella Libera Maria, viene Rosaria Piera Urbano, 43 anni, impiegata e mamma di Sarezzo, in provincia di Brescia: «È un evento straordinario. Noi abitiamo a 4-5 km da Concesio, il paese natale di Paolo VI. Sono bresciana d’adozione, avendo sposato un bresciano: era doveroso essere qui oggi. Prima conoscevo poco il neobeato. Ma in occasione della beatificazione, nella nostra provincia ci sono stati molti incontri e sui canali televisivi locali sono stati dedicati diversi speciali alla figura di Papa Montini. Prima di questo pellegrinaggio abbiamo guardato diversi documentari e ora che lo conosco lo apprezzo ancora di più».

Giacomo Concioli, preside dell’Istituto Santa Maria degli Angeli delle Orsoline di Brescia, è arrivato a Roma in rappresentanza del suo istituto, visitato in vita anche da Giovanni Battista Montini. «Siamo venuti in un gruppo di 38 – spiega il preside – con una delegazione di due classi di terze medie. È stato un Papa importante per la nostra scuola. Questa è l’occasione per fornire ai nostri studenti materiali di conoscenza sulla figura del neobeato. Per trarre riferimenti bibliografici e anche per approfondire le tematiche che Papa Montini ha voluto affrontare durante il suo pontificato. Papa Paolo VI ha anticipato di almeno 30-40 anni problematiche oggi molto attuali: come l’immigrazione, il dialogo e la convivenza sociale. Ci fa piacere vedere questa piazza così affollata. Ci sono tante presenze bresciane e milanesi, ma anche tanti pellegrini da tutto il resto del mondo. Vedo presenti in particolare tanti immigrati: evidentemente hanno compreso il significato culturale della sua proposta teologica e pedagogica».

Suor Claire Marie Lampe, originaria del Belgio e appartenente ad una comunità mariana di Passo Corese, vicino Fiano Romano, rispolvera i suoi ricordi di bambina e di studiosa: «Ho studiato molto Papa Paolo VI – dice la sorella che si avvicina alla transenna per salutare Papa Francesco riparata dall’ombra di un ombrello – durante i miei studi di Teologia. È stato un Papa innovatore. Per primo ha aperto le porte a tutte le confessioni religiose, durante il suo famoso viaggio a Gerusalemme. Era molto vicino ai lavoratori e alle famiglie. È stato senz’altro uno dei più grandi papi dei nostri tempi. Ha aperto la strada allo stile di pontificato di Papa Giovanni Paolo II. Paolo VI, per esempio, è andato per primo a parlare all’Onu, a New York. Inoltre la sua enciclica “Humanae vitae” è ancora oggi attuale. Nella preghiera raccomanderei al neobeato tutto il mondo del lavoro di oggi, così in difficoltà a causa della crisi, l’ecumenismo e anche la vita della Chiesa e di tanti sacerdoti».

Fabio Masilli, romano di 23 anni originario di Ciampino, studente di Economia all’Università di Roma Tor Vergata, avvicina per la prima volta la figura di Papa Paolo VI: «Non conoscevo il neobeato prima di oggi, ma ero curioso di assistere a questa Messa di beatificazione. Di Papa Paolo VI mi colpisce molto la sua apertura al dialogo. Penso che la sua beatificazione possa essere un messaggio in questo senso». Dopo aver salutato ad uno ad uno i padri sinodali, Papa Francesco ha voluto benedire i 70 mila fedeli presenti, compiendo più volte il giro della piazza con la papa mobile, tra migliaia di bandiere, smartphone e telecamere digitali alzati verso di lui.

 

20 ottobre 2014