In Myanmar uccisi 35 bambini in meno di 2 mesi

La denuncia dell’Unicef, che parla anche di mille minori detenuti arbitrariamente. Preoccupazione per l’impossibilità di accesso ai servizi chiave

«Sono inorridita dalle uccisioni indiscriminate, anche di bambini, che sono avvenute in Myanmar e dal fallimento delle forze di sicurezza a mantenere la moderazione e garantire la sicurezza dei bambini». A parlare è il direttore generale dell’Unicef Henrietta Fore, commentando il bilancio registrato nel Paese, in meno di due mesi dal colpo di Stato del 1° febbraio scorso, che ha portato al potere i militari: almeno 35 i bambini uccisi, secondo informazioni ricevute dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, innumerevoli i feriti gravi e quasi mille tra bambini e giovani detenuti arbitrariamente dalle forze di sicurezza in tutto il Paese.

Particolare preoccupazione, nella nota diffusa dall’Unicef,  per l’impossibilità di accesso ai servizi chiave che, combinata con la contrazione economica, «spingerà molti altri nella povertà e mette in pericolo un’intera generazione di bambini e giovani. Sono già a rischio di subire profondi impatti fisici, psicologici, emotivi, educativi ed economici, negando potenzialmente loro un futuro sano e prospero», si legge nel testo. L’Unicef lancia quindi un appello: «Le forze di sicurezza devono immediatamente smettere di perpetrare abusi sui diritti dei bambini e garantire la sicurezza dei bambini in ogni momento. Le forze di sicurezza dovrebbero cessare l’occupazione delle strutture formative. Devono anche proteggere tutti i lavoratori essenziali, compresi gli operatori sanitari e gli insegnanti, che forniscono servizi vitali per i bambini e le famiglie».

Intanto continua l’impegno dell’Unicef per i bambini del Myanmar: da 70 anni nel Paese, raggiunge tutti i piccoli, compresi i Rohingya e quelli di altri gruppi minoritari, con servizi salvavita. Un impegno che, in tempi di conflitto e crisi, rimane una priorità assoluta. «Non dobbiamo abbandonare i bambini del Myanmar in questo momento critico, quando le loro vite, il loro benessere e il loro futuro sono in gioco. Saremo sempre fermamente al loro fianco», assicurano.

30 marzo 2021