In mostra allo Spallanzani le “Mascherine della Vittoria”

L’esposizione, visitabile fino al 6 gennaio, raccoglie le opere di 52 artisti. La direttrice dell’ospedale Marta Branca: un «segno di speranza per il futuro»

Una mostra di mascherine artistiche nell’atrio dell’Istituto Lazzaro Spallanzani: “Mascherine della Vittoria” è il titolo dell’esposizione, che durerà fino al 6 gennaio, con disegni e foto di 52 artisti che hanno arricchito le mascherine per rappresentare attraverso l’arte quest’epoca di cui proprio la mascherina è divenuta un simbolo. A curarla, Tiziano Todi, della Galleria Vittoria di via Margutta, dove la mostra è nata durante il lockdown di marzo. Spiega la direttrice dello Spallanzani Marta Branca: «Tramite l’arte la mascherina vuole diventare un segno di speranza per il futuro. L’arte ci riavvicina». Dunque mascherine che ci proteggono e separano dal virus, non dai nostri amici, tramite qualcosa di bello. «L’arte è bellezza e apertura mentale, un modo per curare, una terapia, perché mente e corpo sono uniti – continua Branca -. È importante che si vedano cose belle in ospedale, per supportare i malati e coloro che ci lavorano. Questo Istituto è sempre stato sensibile all’arte, un modo per essere vicino a chi resta qui. Queste mascherine contribuiscono a dare un messaggio di speranza». Per Natale, osserva ancora la direttrice dell’Istituto nazionale malattie infettive, tutti «vorremmo stare con le famiglie, sentire il calore delle feste. Deve esserci un po’ di calore anche per chi resta tra queste pareti».

Dopo il 6 gennaio le mascherine saranno esponibili, per chi vuole, facendo un’offerta allo Spallanzani. «Sono state donate dalla Galleria Vittoria. Il nome della mostra è un gioco di parole: un omaggio alla Galleria e una speranza per il futuro perché le mascherine ci aiuteranno a vincere il virus». Alcune sono dipinte, altre arricchite con foto. Alcuni sono soggetti originali, altri no, come il Colosseo. Tutte sono piene di creatività, alcune glamour, altre avveniristiche, hanno anche nuove forme, mantenendo sempre fermo lo standard di sicurezza e hanno avuto per testimonial il personale medico dell’ospedale, come le tre ricercatrici che hanno isolato il Covid o personaggi dello spettacolo e della moda come Alessandro Preziosi, Giacomo Ferrara, Elena Sofia Ricci e Guillelmo Mariotto. Ce ne sono davvero per tutti i gusti, come le mascherine futuriste di Joa Zack e Antonio Fiore Ufagrà: quasi monocromatica la prima, un trionfo di colori la seconda.

È anche una mostra all’insegna del gioco di parole con la mascherina “Oltrepasso” di Marianna Masciolini e “AmAnticovid” di Manuela Iniart, che raffigura due innamorati che si baciano separati da un drappo intorno alle loro teste. Ancora, colori delicati per “Profumo di rose” di Anna Saegesser Pavone e alternanza di bianco e nero per “Essenze” di Valentina Sisto; “Il tempo della resilienza” di Amalia Cavallaro ricorda infine quale atteggiamento occorre conservare. Sono state utilizzate mascherine chirurgiche o nuovi materiali come per il maxi fiocco in stoffa pregiata creato da Daniela Castellani mentre Fabio Santoro ha usato una tela. Ognuna esprime un messaggio diverso ma tutte dicono che occorre proteggersi e che la bellezza non la ferma nessuno.

11 dicembre 2020