Libia, morti due italiani, altri due liberati dopo conflitto a fuoco

A Sebrata conflitto a fuoco tra terroristi e forze governative. Ancora poco chiare le dinamiche. Uccisi Salvatore Failla e Fausto Piano, della Bonatti

A Sebrata conflitto a fuoco tra terroristi e forze governative. Ancora poco chiare le dinamiche. Uccisi Salvatore Failla e Fausto Piano dell’azienda Bonatti 

A Sebrata, in Libia, due italiani sono stati uccisi nel corso di un conflitto a fuoco. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri che sta seguendo la vicenda da ieri, 3 marzo. Fausto Piano e Salvatore Failla erano dipendenti dell’azienda italiana Bonatti ed erano stati rapiti nel luglio 2015 insieme ad altri due colleghi, Gino Policarpo e Filippo Calgano che stamattina sono stati liberati. A quanto pare, il conflitto a fuoco sarebbe scattato nel momento in cui le forze di sicurezza libiche hanno attaccato il convoglio dei rapitori sul quale si trovavano gli italiani.

Secondo alcune testimonianze libiche, i due ostaggi italiani «sono stati usati come scudi umani» dagli jiadisti dell’Isis, e sarebbero morti «negli scontri» con le milizie governative. I contorni della vicenda non sono però ancora chiari. Nell’attacco sarebbero morti almeno sette presunti terroristi, la maggior parte di nazionalità tunisina. Esam Krair, il capo del Sabratha Media Center, ha dichiarato che i due italiani sarebbero stati trovati con delle armi in pugno. La città a ovest di Tripoli, Sabrata, è stata di recente liberata dalle milizie dell’Isis.

Da fonti dei servizi italiani, trapelate alcuni giorni fa, gli italiani sarebbero stati rapiti da gruppi vicini ai miliziani di Fajr Libya, la fazione islamista che ha instaurato un governo parallelo a Tripoli che si oppone a quello ufficialmente riconosciuto in ambito internazionale di Tobruk. Secondo questa ricostruzione, fonti della stampa sosterrebbero che gli italiani sarebbero stati parte di uno scambio con sette libici detenuti in Italia e accusati di traffico di migranti.

4 marzo 2016