Giovedì scorso, 17 ottobre, « 3 bambini e 2 donne sono stati uccisi mentre percorrevano un’autostrada principale, a 16 chilometri da Tripoli». A parlare è Ted Chaiban, direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa. Pochi giorni prima, il 14 ottobre, aggiunge, «sono state uccise 3 sorelle; la madre e una quarta sorella sono state gravemente ferite quando la loro casa, a sud della Capitale, è stata attaccata. Un giorno prima, un bambino di 13 anni sarebbe stato ucciso mentre si trovava in casa e, all’inizio di questo mese, 5 bambini sono rimasti feriti quando è stata colpita la loro scuola a Janzour, a 18 chilometri dalla Capitale».

Il bilancio complessivo delle violenze delle ultime due settimane a Tripoli, in Libia, è di 7 bambini uccisi e moltissimi feriti. «Questi recenti attacchi – afferma Chaiban – ci ricordano che i bambini in Libia continuano a pagare di più, e per primi, mentre la violenza continua in diverse zone della parte occidentale del Paese. I bambini non sono un bersaglio e dovrebbero essere protetti in ogni momento, ovunque si trovino. Le parti in conflitto non devono attaccare le infrastrutture civili, comprese le case dei cittadini, le scuole, gli ospedali e le strutture mediche».

23 ottobre 2019