In Kenya l’unica parrocchia al mondo all’interno di un campo profughi

Intitolata alla Santa Croce, è retta da due salesiani. A ogni Messa, circa 600 fedeli tra i 182mila rifugiati provenienti da Sud Sudan, Uganda, e non solo

Intitolata alla Santa Croce, è retta da due salesiani. A ogni Messa, circa 600 fedeli tra i 182mila rifugiati provenienti da Sud Sudan, Uganda, e non solo

Due preti per un territorio parrocchiale decisamente anomalo: il campo profughi di Kakuma, nella Contea di Turkana, nord ovest del Kenya. Qui, tra i 182mila rifugiati che abitano il campo, sorge la parrocchia della Santa Croce, la sola chiesa al mondo in una struttura come questa, che ospita uomini e donne in fuga da Sud Sudan, Sudan, Uganda, Burundi, Rwanda, Repubblica Democratica del Congo ed Etiopia.

«Riuscire a servire tutti i fedeli è una sfida», racconta all’Agenzia Fides padre Augustine Kharmuti, che nella parrocchia dirige il Don Bosco Technical Institute, che offre una formazione professionale ai rifugiati come carpentiere, elettricista, saldatore, sarto, stilista, meccanico di autoveicoli, segretaria, oltre a corsi di computer e di inglese. Ogni anno, riferisce, «formiamo dai 3mila ai 3.200 studenti e accogliamo da 500 a 600 fedeli ad ogni Messa».

Sebbene i due padri abbiano l’aiuto di due catechisti e di tre suore, il recente afflusso di nuovi rifugiati specie dal Sud Sudan pone nuove sfide alla loro opera pastorale ed educativa. Di qui la richiesta di un sostegno alla Chiesa e al governo per migliorare la qualità dell’istruzione e per formare un numero maggiore di studenti.

25 gennaio 2016