In Italia diminuisce la produzione di grano

La stima di Coldiretti: -15%, per la siccità. E la situazione è preoccupante anche a livello internazionale. Prandini: «Contenere i costi e ridurre la dipendenza dalle importazioni»

Inizia dalle regioni del sud Italia – la Puglia, anzitutto, dove si concentra la maggiore produzione nazionale e dove sono stati già raccolti i primi chicchi di grano – la stagione della trebbiatura. Ma la produzione quest’anno è stimata in calo del 15%, a motivo della siccità, che ha tagliato le rese dal nord al sud del Paese. È l’analisi diffusa da Coldiretti, che prevede un calo intorno al 10% per le regioni del nord, dall’Emilia Romagna al Veneto, mentre al centro la diminuzione potrebbe attestarsi al 15-20% e al Sud si prevede un – 15-30%. Per effetto della riduzione delle rese a causa dei cambiamenti climatici, rilevano, complessivamente il raccolto dovrebbe attestarsi attorno ai 6,5 milioni di tonnellate a livello nazionale su una superficie totale di 1,71 milioni di ettari coltivati.

La situazione è preoccupante anche a livello internazionale, con la produzione mondiale di grano per il 2022/23 stimata in calo a 769 milioni per effetto della riduzione in Ucraina, con un quantitativo stimato nel Paese di 19,4 milioni di tonnellate – circa il 40% in meno rispetto ai 33 milioni di tonnellate previsti per questa stagione – ma anche negli Stati Uniti (46,8 milioni) e in India (105 milioni). L’Italia, ricordano da Coldiretti, è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori, che hanno portato alla perdita di quasi un campo di grano su dieci nell’ultimo decennio. Per il presidente Ettore Prandini, «bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi sia immediati per salvare le aziende che strutturali per programmare il futuro del sistema agricolo nazionale, mentre a livello comunitario servono più coraggio e risorse per migliorare la nostra sicurezza alimentare riducendo la dipendenza dalle importazioni dei principali prodotti agricoli e dei fattori produttivi».

14 giugno 2022