In Iraq non si fermano le manifestazioni popolari. La visita di Sako ai feriti

Caroselli di auto nella Capitale, in protesta contro il governo. Dal patriarca caldeo arriva intanto l’invito ai leader delle Chiese a incontrarsi

C’è il coprifuoco notturno, a Baghdad. Un tentativo di contenere le manifestazioni popolari in corso da venerdì 25 ottobre. Eppure contro la miseria e la corruzione dilagante migliaia di persone sono scese in piazza anche la notte scorsa, riferiscono i media locali, riempiendo le strade della Capitale irachena con un frastuono di clacson e musica a tutto volume, in protesta contro il governo. Il coprifuoco di sei ore è entrato in vigore alla mezzanotte locale, quando in Italia erano le 23, ma la gente ha continuato a riversarsi nell’iconica piazza Tahrir sia in auto, sia a piedi.

Intanto nella giornata di ieri, 28 ottobre, il patriarca caldeo Louis Raphael Sako, accompagnato dai due ausiliari di Baghdad, ha visitato nell’ospedale Al-Kindi i feriti civili e militari delle manifestazioni di protesta contro il governo che si stanno svolgendo in queste settimane. A renderlo noto è proprio il Patriarcato caldeo. Accompagnato dal direttore dell’ospedale, il cardinale ha incontrato alcuni dei feriti e ha offerto alla struttura i mezzi per poter acquistare medicinali a loro necessari. La situazione in Iraq, e a Baghdad in particolare, ha obbligato Sako a cancellare il previsto viaggio in Ungheria dove avrebbe dovuto incontrare il presidente Victor Orbán ed il presidente russo Vladimir Putin.

DaI primate della Chiesa caldea è arrivato anche l’invito ai leader delle Chiese locali a un incontro, per fare il punto sulla situazione del Paese ed esprimere al riguardo una dichiarazione congiunta a proposito. Parallelamente, Sako ha invitato i sacerdoti a pregare perché si calmino gli animi e si ristabiliscano nel Paese pace e stabilità. Sulle proteste in corso però il Patriarcato caldeo era intervenuto già nei giorni scorsi, con una nota in cui si faceva appello «alla coscienza dei responsabili del Paese», perché ascoltassero «seriamente» le richieste delle persone che «lamentano lo stato di miseria in cui vivono, il peggioramento dei compiti della pubblica amministrazione e la propagazione della corruzione nella maggior parte dello Stato». Al tempo stesso, il Patriarcato caldeo esortava i manifestanti a restare pacifici e le forze dell’ordine a evitare violenza su di loro. «Questo è il tempo di un dialogo costruttivo per fare passi concreti cercando persone competenti, conosciute per la loro onestà e amore di patria, perché gestiscano gli affari del Paese», la conclusione del comunicato.

29 ottobre 2019