In Iraq, «cristiani impegnati nella costruzione del futuro del Paese»
Il messaggio del patriarca caldeo Sako per la Quaresima: la visita del Papa, «segno del rafforzamento della convivenza e motivo di solidarietà fraterna»
Nell’Iraq che attende la visita apostolica di Papa Francesco, in programma dal 5 all’8 marzo, è stato pubblicato il messaggio del patriarca caldeo di Baghdad Louis Raphael Sako per la Quaresima, che per la Chiesa caldea prende il via domenica 14 febbraio. Inevitabile, nelle parole del primate, il riferimento al viaggio del pontefice: «Diventi segno tangibile del rafforzamento della convivenza tra iracheni e motivo di solidarietà fraterna per raggiungere la riconciliazione nazionale, la pace e la stabilità per proteggere la vita dei cittadini, i loro diritti e la loro dignità», l’auspicio.
Il tempo quaresimale, scrive il cardinale, sia «un’opportunità, nonostante le preoccupazioni e le circostanze dettate dal Covid-19, per operare un rinnovamento spirituale e sociale, per riconciliarci con noi stessi e la nostra società dedicando più tempo al digiuno, alla preghiera e alla meditazione della Parola di Dio e alla carità al fratello povero». La priorità: «Mettere Dio al centro della nostra vita e concentrarci sul mistero della sua Morte e Risurrezione». La sfida, per i cristiani iracheni, è «preservare il legame con la Chiesa Madre in Iraq, la sua eredità spirituale e liturgica e la sua fedeltà alla fede fino al martirio. La nostra storia infatti – prosegue il patriarca – è fatta di martiri e monaci. La nostra Chiesa caldea non ha uno splendore esterno, non è mai stata al potere, non è mai stata religione di Stato. La sua bellezza sta nella ricca eredità spirituale dei padri».
Nel messaggio anche un riferimento al Paese. «Siamo partner nella costruzione del suo futuro – le parole di Sako -, poiché gli iracheni hanno sopportato difficoltà e sofferenze dovute alla grave crisi politica, economica, sociale e sanitaria, causata dall’epidemia di coronavirus. I cristiani hanno un ruolo importante nel rafforzare i fratelli e impegnarsi con i loro cittadini nel campo della costruzione di uno Stato moderno, civile e democratico che garantisca lo Stato di diritto, che applichi la giustizia e l’uguaglianza per ogni cittadino, indipendentemente dall’appartenenza religiosa o nazionale, uno Stato che rispetti la diversità e ne protegga l’unità».
9 febbraio 2021