In India le scuole cattoliche diventano centri Covid

La decisione dell’arcidiocesi di Bangalore: istituti messi a disposizione per alleviare lo stress sugli ospedali. Il premier italiano Draghi: «Non faremo mancare aiuto»

Scuole cattoliche trasformate temporaneamente in ospedali per pazienti colpiti dal Covid-19. L’arcidiocesi cattolica di Bangalore, nello stato di Karnataka (India meridionale), scende in campo in prima linea nella lotta alla seconda ondata di Covid-19 nel Paese, che ha paralizzato il sistema sanitario. A promuovere l’iniziativa, riferisce l’agenzia Fides, è l’arcivescovo Peter Machado, constatate le difficoltà nella gestione dell’emergenza negli ospedali cattolici e nelle strutture pubbliche, con carenza di posti letto, ossigeno e medicinali, in tutta l’India.

«La nostra iniziativa di mettere a disposizione le strutture scolastiche può contribuire alleviare lo stress sugli ospedali nella gestione della crisi sanitaria nel Paese – sono le parole del presule a Fides -. Apprezziamo il servizio instancabile e disinteressato reso nelle circostanze più difficili da medici e infermieri, cattolici e non, e vogliamo offrire tutto l’aiuto e il supporto possibile». Proprio per questo, l’arcidiocesi e la rete ospedali cattolici hanno avviato anche una linea telefonica di assistenza per raggiungere le vittime e i loro parenti, fornendo informazioni sulla gestione della malattia, la disponibilità di letto e ventilatori. L’obiettivo:  indirizzare i pazienti nei centri temporanei di assistenza Covid, quelli allestiti negli edifici delle scuole e in altre strutture, dedicati soprattutto a quanti sono sulla via del recupero dopo il trattamento terapeutico iniziale, alleviando così la pressione sugli ospedali. In concreto, l’arcidiocesi mette a disposizione di ciascun ospedale una scuola per istituire un centro di assistenza post-Covid, anche grazie alla consulenza e al sostegno finanziario della fondazione “Azim Premji”.

Un impegno, quello degli ospedali cristiani di Bangalore contro la pandemia, che va avanti dallo scorso anno. Nonostante questo, è forte la preoccupazione per questa seconda ondata , che vede in rapida ascesa il numero dei contagiati, come riferisce sempre a Fides padre Paul Parathazham, direttore del St John’s Medical College Hospital di Bangalore. «Dovremmo prepararci a sfide più grandi se l’attuale ondata non si placa», spiega. In particolare la rete privata dei “Christian Mission Hospitals” si è unita al governo statale per combattere la pandemia impiegando le proprie risorse, «servendo persone tra le più povere ed emarginate e non solo a Bangalore ma anche in tutto lo stato del Karnataka», aggiunge suor Gracy Thomas, superiora al St Martha’s Hospital, sempre a Bangalore.

Intanto dall’Italia il premier Mario Draghi esprime «profonda vicinanza al popolo indiano per le sofferenze provocate dalla nuova ondata della pandemia. L’Italia non farà mancare il proprio sostegno in questo momento di difficoltà», ha assicurato intervenendo a proposito della missione di assistenza sanitaria in India. «Abbiamo offerto, attraverso il dipartimento della Protezione civile, disponibilità all’invio di un sistema di produzione di ossigeno, messo a disposizione dalla Regione Piemonte, che potrà essere utilizzato per rifornire un ospedale tradizionale o da campo – rende noto il presidente del Consiglio -. Invieremo anche una squadra di personale specializzato per garantirne la corretta messa in opera».

29 aprile 2021