In Etiopia 6 milioni di bambini a rischio sete

L’allarme delle Nazioni Unite: 15 milioni di persone hanno urgente bisogno di aiuti alimentari. Situazione peggiorata a causa del Niño

L’allarme delle Nazioni Unite: 15 milioni di persone hanno urgente bisogno di aiuti alimentari. Situazione peggiorata a causa del Niño

Secondo le stime delle Nazioni Unite, in Etiopia, tra l’Oromia e la Regione Somali, 15 milioni di persone hanno urgente bisogno di aiuti alimentari a causa della siccità. Il 33% di questa popolazione soffre già gli effetti della denutrizione severa dovuta all’insuccesso dell’agricoltura e alla morte del bestiame. Si calcola che tra ottobre 2015 e aprile 2016 siano morti circa 450 milaanimali, pregiudicando gravemente l’approvvigionamento di latte soprattutto per i bambini. A peggiorare la situazione ha contribuito el Niño, che minaccia di lasciare senza acqua e cibo 15 milioni di persone, tra cui 6 milioni di bambini. La siccità è diventata endemica e i terreni stanno lentamente morendo.

L’Agenzia Fides riporta la testimonianza di un missionario impegnato da anni in questa zona. «Le terre una volta fertili che si estendono per tutta la regione del Bale, tra il Wabe Mena fino alle città di Mandera e Dolo Ado – riferisce -, sono oramai inutilizzabili. I contadini vedono agonizzare le loro coltivazioni di papaya, pomodori, angurie, patate, cipolle, peperoni, cetrioli. Pecore, mucche, capre e cammelli vagano senza meta. Sono circa 260 famiglie del clan degli ogaden, di origine somali, che hanno vissuto tutta la vita in Etiopia nella regione dell’Oromia, nella fascia occidentale del fiume Wabe Gestro e che adesso stanno vivendo la più grave delle crisi umanitarie».

Il missionario racconta anche di essere stato invitato dal sindaco a un incontro con oltre 150 uomini e donne. «Il sindaco mi ha detto: “Padre, sappiamo che lei e la Chiesa cattolica siete gli unici in grado di aiutarci in questa crisi. Gode si è riempita di rifugiati interni. Sono le famiglie in fuga dalla siccità e dalla carestia. Sono affamati, esausti, terrorizzati”». Allora, continua, «abbiamo scelto i casi più gravi e per circa 10 giorni di seguito li abbiamo portati alla clinica della missione. Insieme al direttore dell’ufficio del Fondo Mondiale per l’Alimentazione di Gode in poche ore abbiamo organizzato un enorme convoglio di oltre 29 tonnellate di cibo: riso, olio, soia, farina, latte in polvere, mais. Dopo avere assicurato acqua, cibo e medicine mi viene in mente di costruire una piccola scuola attualmente frequentata da 170 bambini e alcuni adulti».

11 maggio 2016