In Etiopia 4,4 milioni di bambini in attesa di assistenza umanitaria

L’allarme lanciato dall’Unicef, dopo 4 stagioni consecutive di siccità nelle regioni di Afar, Oromia, Snnpr e dei Somali, con i pozzi d’acqua prosciugati e milioni di capi di bestiame morti

Pozzi d’acqua prosciugati e milioni di capi di bestiame morti. È la situazione che vivono, dopo 4 stagioni consecutive di mancate piogge, le regioni etiopi di Afar, di Oromia, delle Nazioni, Nazionalità e Popoli del Sud (Snnpr) e dei Somali, dove sono in corso  sfollamenti di massa. «L’impatto della siccità sui bambini è devastante – ha dichiarato Manuel Fontaine, direttore delle operazioni di emergenza dell’Unicef -. Solo nella regione dei Somali, oltre 900mila persone sono state sfollate. Siccità non significa solo mancanza d’acqua – aggiunge -. Significa che i bambini soffrono la fame e la sete ogni giorno. Sono costretti a camminare per chilometri alla ricerca di cibo e acqua e spesso devono bere da fonti d’acqua contaminate. Questo porta alla malnutrizione e ad altre malattie mortali prevenibili come la diarrea».

Lo dimostrano i numeri: nelle quattro regioni colpite dalla siccità, si stima che 600mila bambini avranno bisogno di cure per la malnutrizione acuta grave entro la fine dell’anno. Nella regione dei Somali, nel maggio 2022 si è registrato un aumento del 43% dei ricoveri per malnutrizione acuta grave per i bambini sotto i 5 anni rispetto al maggio 2021. «Questa crisi indotta dal clima è una crisi di malnutrizione per i bambini, non solo in Etiopia ma in tutta l’Africa – ancora le parole di Fontaine -. Mentre l’Unicef e i suoi partner sono già sul campo per fornire un supporto nutrizionale salvavita ai bambini gravemente malnutriti, il recente contributo di 200 milioni di dollari dell’Usaid all’Unicef a livello globale è una svolta tempestiva e ne siamo molto grati. Questo finanziamento aumenterà in modo significativo la nostra risposta nutrizionale in tutto il mondo».

L’effetto a catena della guerra in Ucraina è destinato anche a spingere altre famiglie africane oltre il limite e ad aggravare l’insicurezza alimentare con l’aumento dei prezzi del carburante e la riduzione della disponibilità di importazioni di grano. Basti pensare che l’Etiopia importa il 67% del grano dalla Russia e dall’Ucraina. «Questo significa che i prezzi dell’olio da cucina, del pane e della farina di grano stanno raggiungendo nuovi record nei mercati locali e anche le famiglie che non vivono in una situazione di crisi umanitaria non riescono a soddisfare il loro fabbisogno alimentare quotidiano», riferisce Fontaine.

L’appello dell’Unicef per la risposta alla siccità nelle aree colpite in Etiopia è di 65 milioni di dollari, oltre all’appello umanitario complessivo di 351 milioni di dollari. Questo finanziamento specifico sarà destinato a più di 2 milioni di persone vulnerabili nelle regioni di Afar, Oromia, Snnpr e dei Somali.

21 luglio 2022