In corso l’esodo da Gaza

Nel settimo giorno di guerra tra Israele e Hamas, migliaia di persone stanno lasciando le loro case dirette a sud, dopo l’avvertimento dell’esercito israeliano di imminenti operazioni militari nel nord della Striscia. Colpiti nella notte 750 obiettivi militari. Appello Onu

In corso in queste ore l’esodo di migliaia di persone da Gaza. Almeno 10 chilometri, dal nord al sud della Striscia, che chi non ha mezzi di trasporto sta percorrendo a piedi, portando tra le mani quello che resta di case, vite, storie distrutte da una guerra che arriva oggi, 13 ottobre, al settimo giorno. Anche l’Onu è stata informata dall’esercito israeliano dell’ordine di «ricollocare» circa 1,1 milioni di residenti dal nord della Striscia di Gaza al sud entro 24 ore, ha detto all’AFP il portavoce del segretario generale dell’organizzazione Stéphane Dujarric, chiedendo che questo ordine venga annullato. Ieri sera i funzionari delle Nazioni Unite a Gaza «sono stati informati dai loro ufficiali di collegamento militari israeliani che l’intera popolazione a nord di Wadi Gaza sarebbe stata trasferita a sud entro 24 ore». Secondo Dujarric, si tratta di un’evacuazione «impossibile senza causare conseguenze umanitarie devastanti».

Nel frattempo, l’Onu ha lanciato un appello di emergenza per donazioni del valore di 294 milioni di dollari, per soddisfare i «bisogni urgenti» dei residenti più vulnerabili della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, dove sono ormai oltre 423mila i palestinesi che hanno abbandonato le loro case negli ultimi giorni e circa 50mila donne incinte che non hanno più accesso alle cure. Stando ai dati Onu, il numero di sfollati in questo territorio densamente popolato da 2,3 milioni di abitanti è salito da 84.444 persone a 423.378.

Avvertiti dall’esercito, si sono messi in marcia in diverse migliaia, in queste ore, da Gaza City. Famiglie intere. Per il ministero dell’Interno di Hamas a Gaza, solo «propaganda», tanto da invitare la popolazione del nord della Striscia a non muoversi dalle proprie case. Intanto nella zona di pericolo, secondo quanto riferisce una fonte dell’ospedale al-Quds all’Ansa, restano medici e pazienti, in assenza di ambulanze e di soluzioni adeguate per il ricovero dei malati più gravi. E non di fermano gli attacchi: nella notte scorso le forze israeliane, si legge in un post dell’Aeronautica militare su X, hanno colpito «750 obiettivi militari, tra cui tunnel sotterranei del terrore di Hamas, compound e postazioni militari, residenze di alti esponenti del terrorismo utilizzate come centri di comando militare, magazzini di stoccaggio delle armi, sale di comunicazione» e hanno preso di mira «alti esponenti del terrorismo».

Israele afferma di aver sganciato in sei giorni 6mila bombe, per un peso di 4mila tonnellate, sugli obiettivi di Hamas a Gaza, colpendo oltre 3.600 obiettivi. Sempre su X, le Forze di difesa israeliane scrivono che «l’unità d’élite della Flotilla 13 è stata schierata nell’area circostante la barriera di sicurezza di Gaza in uno sforzo congiunto per riprendere il controllo della postazione militare di Sufa il 7 ottobre. I soldati hanno portato in salvo circa 250 ostaggi in vita. Oltre 60 terroristi di Hamas sono stati neutralizzati e 26 arrestati, tra cui Muhammad Abu A’ali, il vice comandante della divisione navale meridionale di Hamas». Da diverse parti, però, si ipotizza l’utilizzo di fosforo bianco negli attacchi di Israele a Gaza. Ne parla il Washington Post, citando un’analisi di Human Right Watch riguardo a un video che mostra due colpi di artiglieria sparati in rapida successione verso i target che, una volta esplosi, rilasciano automaticamente il fosforo bianco, munizione estremamente controversa, che sparata contro i civili può causare danni gravi. In una nota Human Rights Watch ha confermato che il fosforo bianco è stato usato sopra Gaza City.

13 ottobre 2023