In Congo «situazione umanitaria allarmante per gli sfollati nell’Ituri»

Da Azione contro la fame, «forte preoccupazione» per l’escalation di violenza. «Le parti in conflitto rispettino i civili e garantiscano accesso ai più vulnerabili»

A pochi giorni dalla partenza di Papa Francesco per il viaggio apostolico che lo condurrà prima nella Repubblica democratica del Congo, dal 31 gennaio al 3 febbraio, e poi in Sud Sudan, fino al 5 febbraio, si accendono i riflettori sulla situazione del Congo, dove le violenze contro i civili nell’Ituri hanno portato a un significativo aumento dei bisogni umanitari, in una regione che conta già più di 1,5 milioni di sfollati.

Una «condanna ferma» arriva da Azione contro la fame, impegnata sul campo nel tentativo di dare risposta ai bisogni della popolazione, nonostante l’escalation di violenza renda particolarmente difficile l’accesso alle persone più vulnerabili. In particolare, nel territorio di Djugu, dove l’organizzazione è attiva dal 2018, dall’8 gennaio sono aumentati gli attacchi ai villaggi e 28mila persone si sono rifugiate nel sito per sfollati di Rhoe, che ora ospita complessivamente 70mila persone. Eppure, anche i campi per sfollati hanno subito attacchi mortali e gli operatori umanitari hanno dovuto essere evacuati perché la sicurezza non poteva più essere garantita.

A spiegarlo è Giovanni Sciolto, direttore di Azione contro la fame nella Repubblica democratica del Congo. «In questi campi, dove le condizioni di vita sono già terribili, è indispensabile che il lavoro degli operatori umanitari possa continuare – afferma -, perché l’arrivo di nuovi sfollati metterà sotto pressione le strutture sanitarie e aumenterà il rischio di epidemie». Al momento, a causa della grave situazione di instabilità e violenza diffusa, un’équipe di Azione contro la fame è stata inviata in aereo per valutare i bisogni dei nuovi arrivati nei campi sfollati della regione. Ma «l’insicurezza delle strade sta rallentando il trasporto dei materiali per la fornitura di acqua potabile e la costruzione di latrine per la popolazione sfollata e ci impedisce anche di accedere ai villaggi delle diverse comunità, dove i bisogni rimangono molto elevati», sono ancora le parole di Sciolto.

Azione contro la fame esprime «forte preoccupazione» per l’escalation di violenza e chiede una risoluzione pacifica dei conflitti intercomunitari in corso. «È imperativo che tutte le parti in conflitto rispettino la popolazione civile e l’accesso degli operatori umanitari alle persone più vulnerabili, in conformità con il diritto internazionale umanitario», si legge nella nota diffusa dall’organizzazione.

25 gennaio 2023