In Congo l’ebola ricomincia a fare paura

L’allarme della Conferenza episcopale nazionale del Congo. Da alcune settimane, nelle aree di Bikoro, Wangata e Iboko, sono stati segnalati 45 casi sospetti e accertate 25 vittime

I vescovi della Repubblica democratica del Congo hanno diffuso un «messaggio di solidarietà con la popolazione dell’Equatore colpita dall’epidemia del virus Ebola» in cui esprimono preoccupazione per «la conferma di un primo caso di Ebola, a Mbandaka, un’area urbana», con un «rischio molto elevato di propagazione e di contaminazione della malattia». Lo firma monsignor Marcel Utembi Tapa, arcivescovo di Kisangani e presidente della Conferenza episcopale nazionale del Congo (Cenco). Da alcune settimane, infatti, nelle aree di Bikoro, Wangata et Iboko sono stati segnalati 45 casi sospetti e accertate 25 vittime.

«Vista la natura della malattia e la mancanza di informazioni – scrivono i vescovi -, c’è da temere il rischio della sua propagazione in una città di 1,2 milioni di abitanti e in quelle vicine. Diversi fattori preoccupanti – proseguono – rischiano d’amplificare l’epidemia mortale il cui tasso di mortalità va dal 20 al 90%. La minaccia dell’epidemia di Ebola è quindi da prendere sul serio a livello provinciale, nazionale e regionale».

I vescovi si rivolgono alle autorità congolesi
, alle Ong locali e internazionali, all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) perché assumano con urgenza «le misure necessarie per dare una risposta efficace all’emergenza, contenere la propagazione della malattia e garantire la sicurezza e la salute della popolazione». I vescovi invitano inoltre le popolazioni colpite a «non cedere alla paura e alla stigmatizzazione che rischiano di ostacolare la risposta all’epidemia».

23 maggio 2018