In Afghanistan 2mila bambini uccisi o feriti in 9 mesi

L’sos di Save the Children: quasi 10mila i minori che hanno bisogno di aiuti salvavita. Necessari 3 miliardi di dollari in più per la risposta umanitaria

Nell’Afghanistan già devastato dalla crisi umanitaria, la pandemia di Covid-19 sta avendo un impatto disastroso su milioni di famiglie vulnerabili. È la denuncia che arriva da Save the Children, insieme a un appello alla comunità internazionale perché venga affrontata la situazione. Nel Paese oltre 18 milioni di persone – «quasi la metà della popolazione» -, tra cui 9,7 milioni di bambini, hanno bisogno di aiuti salvavita e sono circa 2mila i bambini uccisi o feriti nel Paese in 9 mesi, informano. Di qui la richiesta di un aumento urgente dei finanziamenti umanitari per l’Afghanistan.

A parlarne è Chris Nyamandi, direttore di Save the Children nel Paese. «L’impatto della pandemia di Covid-19 sta aggravando la crisi umanitaria in un Paese dove già milioni di persone soffrono ogni giorno a causa della povertà e dei conflitti – afferma -. È particolarmente difficile per i bambini, molti dei quali non hanno conosciuto nient’altro che violenza». Nyamandi cita gli ultimi dati delle Nazioni Unite, secondo cui quasi 6mila persone, un terzo delle quali bambini, sono state uccise o ferite tra gennaio e settembre dello scorso anno. «I conflitti – prosegue – continuano a causare danni fisici e psicologici estremi, costringendo ogni anno centinaia di migliaia di persone a fuggire dalle proprie case. I combattimenti continueranno ad alimentare i bisogni umanitari quest’anno, minacciando il benessere delle persone e limitando l’accesso a servizi essenziali come ospedali e cliniche, nonché al sostegno umanitario». Anche le scuole, attualmente chiuse «a causa delle rigide condizioni invernali e delle restrizioni per il Covid-19», non riapriranno fino a marzo, aggiunge il direttore di Save the Children Afghanistan.

Inadeguati, in questa situazione, i finanziamenti umanitari promessi dalle nazioni ricche nel corso della conferenza tenutasi a Ginevra lo scorso novembre. «Gli aiuti all’Afghanistan sono diminuiti in modo allarmante in un momento in cui il bisogno umanitario è in aumento. Ora siamo in una situazione insostenibile, con aiuti molto al di sotto di quanto sarebbe necessario per soddisfare le necessità della popolazione », spiega Nyamandi. Specie delle famiglie più vulnerabili, come quella di Brishna, 10 anni, in fuga dalla provincia di Nangarhar al distretto di Rodat, a causa del conflitto. «La vita è difficile – ha confidato agli operatori di Save the Children -. Mio padre è malato. Io e mio fratello raccogliamo la spazzatura per accendere il fuoco e poter cucinare. È passato molto tempo dall’ultima volta che abbiamo avuto cibo e vestiti adeguati – il suo racconto -. I miei fratelli e io vorremmo sempre fare tre pasti al giorno, mangiare frutta e avere una vita migliore. Ma a volte andiamo a letto con lo stomaco vuoto. Durante l’inverno non abbiamo coperte e riscaldamento nella nostra casa».

Nel 2020, le stime della Banca mondiale hanno evidenziato come la pandemia abbia interrotto enormemente le importazioni, compresi gli articoli essenziali per una famiglia, e questo a sua volta ha portato a una rapida inflazione. Le ulteriori difficoltà sul fronte sanitario ed economico causate dalla pandemia, osservano da Save the Children, aggraveranno l’impatto umanitario in tutto il Paese. Nymandi parla di «situazione disperata» che «necessita dell’attenzione urgente della comunità internazionale». Save the Children chiede almeno altri 3 miliardi di dollari da destinare all’assistenza umanitaria per aiutare il popolo afghano nel 2021. «Senza queste risorse – affermano -, le organizzazioni umanitarie avranno di fronte una grande sfida per riuscire a soddisfare le crescenti esigenze di un’intera generazione di bambini le cui vite sono state rovinate dal conflitto».

20 gennaio 2021