Ostruzione delle vie aeree: imparare a salvare una vita

I piccoli tra i 6 mesi e i 2 anni di vita quelli maggiormente a richio. Le manovre da eseguire per intervenire tempestivamente al centro dei corsi proposti dal Bambino Gesù

 

Prepararsi ad affrontare l’anno scolastico, l’asilo, la scuola con i giocattoli e la mensa, con la consapevolezza di sapere cosa fare in caso di ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo e come farlo, è da considerare uno dei valori aggiunti da poter offrire a mamme, papà, insegnanti ed operatori dell’infanzia. Gli esiti per il mancato tempestivo intervento infatti (50 casi all’anno in Italia) possono condurre il bambino ad arresto cardiocircolatorio e possono essere gravi, anche fatali.

L’età più a rischio è quella compresa tra 6 mesi e 2 anni, fase dello sviluppo in cui i bambini tendono a portare tutto alla bocca; tra gli oggetti che più frequentemente causano ostruzione ci sono parti di giocattoli e cibo. Le manovre oggi vengono eseguite per lo più da personale sanitario addestrato, ma sarebbe importante che chiunque imparasse ad eseguirle. Quando infatti “va qualcosa di traverso” sono sufficienti pochi minuti perché una persona perda coscienza ed è difficile che i soccorsi del 118 riescano ad arrivare in tempo. Come intervenire?

Se il bambino riesce a tossire, parlare o piangere seppur con difficoltà è segno che l’aria sta passando; in questo caso non tentare nessuna manovra: i “colpi” dietro le spalle o il mettere un dito in bocca sono gesti istintivi, comuni che aumentano i rischi. In questo caso è opportuno solo incoraggiare a tossire il paziente. Le manovre vanno eseguite quando non c’è passaggio di aria, con l’obiettivo di provocare una tosse artificiale.

Nel lattante le manovre prevedono l’alternanza di colpi interscapolari e di compressioni toraciche: si posiziona il piccolo utilizzando il proprio avambraccio e la propria coscia come piano rigido, a pancia in giù, tenendo il mento sollevato con la mano dell’operatore. Con l’altra si esegue una serie di 5 colpi nella zona tra le scapole; se il corpo estraneo non viene espulso, si gira immediatamente il piccolo a pancia in su e con la mano libera si imprimono 5 compressioni sulla metà inferiore dello sterno. Si continua fino a quando il corpo estraneo non viene espulso o fino all’arrivo dei soccorsi. Nel bambino si alternano 5 compressioni sottodiaframmatiche seguite da 5 pacche interscapolari.

La manovra di Heimlich va effettuata con il paziente in piedi, il soccorritore si pone alle spalle dell’infortunato e individua il punto esatto di compressione, creando con una mano una C tra ombelico e parte inferiore dello sterno. L’altra mano, a pugno chiuso, va posizionata al centro della C, si sovrappone la prima mano al pugno e si compiono 5 compressioni a cucchiaio. Il corpo estraneo, in questo modo, dovrebbe essere espulso. Si fanno più tentativi fino all’arrivo dei soccorsi. Se la persona diventa incosciente va adagiata supina su un piano rigido e si controlla la cavità orale. Se il corpo estraneo non è visibile e non può essere rimosso, il soccorritore esegue due insufflazioni bocca a bocca, tappando il naso del piccolo e inizia il massaggio cardiaco; se la situazione non si modifica si prosegue fino alla ripresa del respiro spontaneo o all’arrivo dei soccorritori.

Prevenire è possibile: nelle camere dei nostri figli, nei luoghi dove abitualmente giocano sarà utile controllare le dimensioni degli oggetti (non devono passare attraverso un rotolo di carta da cucina). Un’arma di fronte a questa drammatica emergenza è comunque la formazione: i genitori, gli operatori d’infanzia e tutte le categorie professionali che entrano in contatto con i bambini dovrebbero sapere praticare le manovre di rianimazione cardiopolmonare e di disostruzione. In quest’ottica i corsi PBLSD per la formazione di personale non sanitario rispondono alle sempre più numerose richieste che arrivano proprio dal fronte delle famiglie.

L’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, per contribuire a combattere questa tragica realtà, propone i corsi anche per la formazione di personale non sanitario. Il team del Centro di riferimento può pertanto soddisfare le numerose richieste. In un corso di 4 ore costituito da una breve parte teorica, un’ampia parte pratica (che permette di esercitarsi sui manichini) e una valutazione finale, ogni partecipante otterrà una certificazione riconosciuta a livello nazionale e internazionale: sicuramente una grande responsabilità, ma un’enorme possibilità: poter salvare una vita con poche semplici manovre. (Sebastian Cristaldi, medico di Pediatria dell’Emergenza)

7 ottobre 2014