Immigrazione, Tajani (Ue): «Serve un piano Marshall per l’Africa»

Il presidente del Parlamento europeo all’inaugurazione dell’anno accademico della Lumsa: «I problemi si risolvono lì. 40 miliardi da investire nella formazione e nelle infrastrutture»

Il problema dell’immigrazione in Europa può essere risolto solo se da subito si affronta la “questione” Africa altrimenti nei prossimi anni si assisterà ad un invasione di persone che «né muri né filo spinato potranno trattenere». Né è convinto il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, il quale questa mattina, lunedì 27 novembre, è intervenuto alla cerimonia di inaugurazione del 78mo anno accademico della Lumsa nell’aula magna della sede di Borgo Sant’Angelo.

Rispondendo alle domande formulate da quattro studenti dell’Osservatorio Germania-Italia-Europa (OGIE), Tajani si è soffermato sulla necessità di non rinunciare alla propria identità e ai propri valori e lanciato il monito di tornare alla politica per risolvere problemi quali l’occupazione e, appunto, l’immigrazione. Alla vigilia del vertice Ue – Africa che inizierà domani ad Abidjan, in Costa d’Avorio, il presidente ha rimarcato che il problema si risolve in Africa. «Nel 2050 la popolazione del continente nero arriverà a due miliardi e mezzo di persone – ha affermato – per questo bisogna risolvere i problemi di quel continente. Per la sua crescita serve un vero piano Marshall e 40 miliardi da investire lì per la formazione e realizzazione di infrastrutture».

Per riavvicinare le istituzioni ai cittadini che vogliono una Europa in grado di proteggerli per Tajani è necessario effettuare delle riforme, la prima delle quali, oltre ai trattati, che vanno comunque resi più «moderni», è un ritorno alla politica in Europa «che oggi rischia di essere sempre più debole e sconosciuta». Per questo motivo servono uomini e donne con «una visione più ampia». Il presidente ha inoltre invitato gli studenti a non rinunciare mai alla propria identità perché per «accogliere bisogna essere consci di chi si è altrimenti è difficile integrare e dialogare. Ecco perché la difesa della nostra identità europea diventa fondamentale per poterci confrontare meglio con gli altri». Quindi un invito a mantenere le proprie tradizioni e i crocifissi nelle classi e a «non rinunciare a quello che siamo. Non si è rispettosi degli altri se invece di dire “buon Natale” si augurano più genericamente “buone feste” questo serve a far perdere rispetto». Per quel che riguarda il lavoro Tajani ha parlato dell’importanza di mettere le imprese nelle condizioni di creare posti di lavoro e di investire sulla formazione digitale.

Un ambito, quello della formazione, in cui la Lumsa
ha investito tanto in questi anni, arrivando a contare diciassette corsi di laurea e oltre 40 master e corsi post-laurea, circa seimila iscritti per il 2016/2017, 1.387 immatricolati per il 2017/2018 e 1.349 laureati solo lo scorso anno. Il bilancio sulle attività realizzate nell’ultimo anno dall’università è stato tracciato dal rettore, Francesco Bonini, il quale ha ufficialmente dichiarato aperto il nuovo anno accademico dell’ateneo che con la sua «forte vocazione umanistica nei contenuti, ma prima ancora nell’identità di università cattolica pubblica, si colloca in un quadro di cambiamento culturale, prima ancora che economico e sociale, tanto evidente quanto confuso».

La cerimonia è stata aperta dal cardinal Giovanni Lajolo
, presidente del Consiglio di amministrazione della Lumsa, che ha letto un messaggio inviato da Papa Francesco il quale auspica per l’ateneo cattolico il perseguimento «con la ricerca scientifica e l’insegnamento, della formazione integrale della persona nella piena consapevolezza che anche l’odierna società ha bisogno dell’apporto di cristiani capaci di tradurre in testimonianza di vita quanto appreso dallo studio delle dottrine della Chiesa».

L’ateneo, presente a Roma, Palermo, Taranto,
e con strutture in corso di formazione anche a Crotone e Gubbio, ha ottenuto dal Miur il riconoscimento del carattere innovativo dei suoi tre dottorati di ricerca e ha continuato ad investire sui docenti (oltre 300) e sulle risorse umane (119, con una componente femminile del 55%) . Nella sua relazione introduttiva il rettore ha ricordato gli investimenti fatti per le nuove strutture inaugurate in occasione del Giubileo della Misericordia, le nuove strutture nell’area dell’ex stazione Lolli a Palermo e l’ampliamento che sta per iniziare della sede romana di via Pompeo Magno.

A livello internazionale ha invece posto
l’accento sulle collaborazioni esistenti con la Congregazione per l’educazione cattolica, con la fondazione pontificia “Scholas Occurrentes”, con il movimento dei Focolari e con l’associazione “Sfera” per la realizzazione di un centro polifunzionale nella Repubblica Democratica del Congo. Bonini ricordando che le università pubbliche non statali costituiscono una risorsa del sistema universitario, ha concluso la relazione parlando della «diminuzione del pur modestissimo contributo statale che in questi anni è stata assai più rilevante di quella che hanno subito gli atenei statali e questo comporta una normativa che non mortifichi ma favorisca l’autonomia».

Per quel che concerne il diritto allo studio,
Bonini ha ricordato che l’università offre un sostegno fisico, psicologico ed economico agli studenti che tradotto in cifre corrisponde a 682.644 euro erogati con borse di studio e sussidi monetari. Sono state inoltre rimborsate le tasse universitarie agli aventi diritto per 86.816 euro e agevolato le famiglie che hanno due o più studenti iscritti riducendo i contributi universitari per 33.500 euro e, tramite l’Associazione Luigia Tincani, erogato borse e premi di laurea per un totale di 126.971 euro. La prolusione è stata affidata alla professoressa Donatella Pacelli, ordinario di Sociologia generale, la quale ha tenuto una lezione sul tema delle disuguaglianze dal titolo “Fra noi e gli altri. Paradossi e paradigmi del mondo comune”.

 

27 novembre 2017