Immacolata Incocciati è il nuovo segretario generale della Lateranense

L’ha nominata Papa Francesco il 22 febbraio. La nomina comunicata dal cardinale De Donatis, gran cancelliere dell’ateneo, e dal rettore Buonomo

Papa Francesco ha nominato Immacolata Incocciati segretario generale della Pontificia Università Lateranense.  Lo ha comunicato ieri, 22 febbraio, a nomina alla comunità accademica il gran cancelliere dell’ateneo Angelo De Donatis, insieme al rettore, Vincenzo Buonomo.

Il Porporato ha evidenziato come il Papa «per la prima volta nella storia della Lateranense, ha stabilito di nominare personalmente anche il segretario generale. E, come siamo ormai abituati a conoscerlo, ha voluto che il suo gesto fosse particolarmente significativo, decidendo di nominare a tale funzione una figura femminile, proveniente dall’interno, e di darne notizia nel giorno della solennità della Cattedra di San Pietro».

De Donatis ha ripercorso il cammino di Incocciati all’interno della Lateranense: un servizio, il suo, iniziato nel 2008, prima nella segreteria studenti poi in quelle dei decani, infine nella segreteria generale. «Questa esperienza – ha detto – è certamente una garanzia, un elemento che il Papa ha tenuto presente per la sua decisione. I nuovi Statuti, poi, oltre a confermare il ruolo che ordinariamente svolge il segretario generale, per espressa volontà della Santa Sede, ne hanno fatto anche il punto di riferimento unico per la gestione e la conduzione del personale. Una responsabilità importante, che potrà essere esercitata – anzi dovrà esserlo! – con l’obbediente disponibilità di tutti».

Nelle parole del cardinale, gli auguri di buon lavoro e la rassicurazione di accompagnare il cammino con la preghiera. «A voi tutti – ha aggiunto rivolto all’intera comunità accademica – va un rinnovato grazie per la collaborazione in questa fase non facile e che richiede ulteriore impegno, sacrificio e prontezza ad operare. Dobbiamo abbandonare schemi consolidati – ha aggiunto – e superare quel “si è sempre fatto così” che, come ci richiama Papa Francesco, è segno di aridità e di chiusura verso i doni e le sfide che la Provvidenza pone sul nostro cammino». L’auspicio è che per tutti «l’Università non sia un semplice posto di lavoro ma luogo di studio, operosità, sapienza, innovazione e comunione; luogo in cui dare il meglio di noi stessi, pienamente coscienti che il nostro è anzitutto un servizio ecclesiale e non solo
professionale. Sarà questo – ha concluso il gran cancelliere – il modo migliore per ringraziare il Papa delle attenzioni che ci rivolge e per la ferma volontà di fare della sua Università un modello e non un semplice esempio di vita accademica».

23 febbraio 2021