Il Wfp sospende le consegne di aiuti nel nord di Gaza

Lo stop finché non ci saranno condizioni sicure per i convogli. «Per evitare il disastro è urgentemente necessaria un’espansione su larga scala del flusso di assistenza»

Il Programma alimentare mondiale (World food programme, Wfp) delle Nazioni Unite sta sospendendo le consegne di aiuti alimentari salvavita nel nord di Gaza, fintanto che non ci saranno le condizioni per distribuzioni sicure. Una decisione, spiegano, che «non è stata presa alla leggera, perché sappiamo che ciò significa un ulteriore peggioramento della situazione e che sempre più persone rischieranno di morire di fame». L’agenzia Onu ribadisce il suo impegno a raggiungere urgentemente le persone disperate in tutta Gaza, ma «è necessario garantire la sicurezza per fornire aiuti alimentari essenziali, e per le persone che li ricevono».

Le consegne al nord erano riprese domenica 18 febbraio, dopo una sospensione di tre settimane dovuta a dei colpi contro un camion dell’Unrwa – l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente – e all’assenza di un sistema funzionante di notifica umanitaria. Il programma prevedeva l’invio di dieci camion di cibo per sette giorni consecutivi, per contribuire ad arginare l’ondata di fame e disperazione e per iniziare a costruire la fiducia nelle comunità che ci sarebbe stato cibo a sufficienza per tutti, spiegano dal Wfp in una nota. Dall’agenzia Onu però ricordano gli assalti e attacchi anche violenti da parte della folla affamata al convoglio del Wfp vicino al checkpoint di Wadi Gaza. Diversi camion sono stati saccheggiati tra Khan Younis e Deir al Balah e un camionista è stato picchiato. La farina rimanente è stata distribuita spontaneamente dai camion nella città di Gaza, tra alta tensione e rabbia esplosiva.

A dicembre, il rapporto sulla classificazione delle fasi integrate, compilato da 15 agenzie – compreso il Wfp -, metteva in guardia dal rischio di carestia nel nord di Gaza entro maggio, a meno che le condizioni non migliorassero in modo decisivo. Gli ultimi rapporti confermano il precipitoso scivolamento di Gaza verso la fame e le malattie. Cibo e acqua potabile sono diventati incredibilmente scarsi e le malattie sono diffuse, compromettendo la nutrizione e il sistema immunitario di donne e bambini e provocando un’ondata di malnutrizione acuta. Le persone stanno già morendo per cause legate alla fame. Dagli screening nutrizionali condotti nei rifugi e nei centri sanitari del nord è emerso che il 15,6 per cento – ovvero un bambino su sei sotto i due anni di età – è gravemente malnutrito.

Il Wfp, si legge ancora nella nota, «cercherà modi per riprendere responsabilmente le consegne il prima possibile. Per evitare il disastro è urgentemente necessaria un’espansione su larga scala del flusso di assistenza nel nord di Gaza». Per questo «il Wfp ha bisogno che arrivino a Gaza, da più rotte, volumi significativamente più elevati di cibo; inoltre devono essere aperti valichi per il nord di Gaza. Sono necessari un sistema di notifica umanitaria funzionante e una rete di comunicazione stabile. E deve essere facilitata la sicurezza, per il nostro personale e i nostri partner, nonché per le persone che assistiamo», concludono.

21 febbraio 2024