Il volontariato, bene immateriale dell’umanità Unesco

Presentata la candidatura transnazionale. In Italia 6,3 milioni i volontari attivi, di cui 4,14 in organizzazioni strutturate. Rocca (Cri): «Energia che tesse comunità»

Presentata oggi, 16 giugno, nella Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica la candidatura transnazionale del volontariato a bene immateriale dell’umanità Unesco, sostenuta da un comitato promotore che include diverse personalità del mondo del terzo settore, del giornalismo e del volontariato, nonché il vicepresidente della Corte costituzionale  Giuliano Amato. Si tratta, spiegano i promotori, dell’atto conclusivo del percorso che ha visto Padova ricoprire il ruolo di Capitale europea del volontariato, la prima città italiana a ricevere questo riconoscimento.

«Questa candidatura che parte dal nostro Paese vuole essere innanzitutto l’occasione per avviare una grande campagna di promozione del volontariato in tutta Italia – spiega Emanuele Alecci, presidente di Padova Capitale europea del volontariato -. In questo doloroso periodo di pandemia abbiamo capito ancora una volta l’importanza del volontariato. Proprio per questo riteniamo importante promuoverne ancora di più i valori e la pratica». La candidatura comunque sarà transazionale e «da subito continueremo ad avviare collaborazioni con le grandi reti europee di volontariato al fine di avviare congiuntamente la candidatura all’Unesco – prosegue -. Sarà compito di ogni Paese lavorare su un dossier che risponda al formulario previsto per le candidature immateriali all’Unesco. Il materiale predisposto da ogni Paese diverrà un unico documento che sarà consegnato all’Unesco a sostegno di questa simbolica, ma quanto mai attuale candidatura. Un lavoro che avrà bisogno di almeno 12 mesi di iniziative e di impegno per il Comitato promotore e per quanti vorranno aiutarci in questa avventura

Nelle parole di Giuliano Amato, i volontari e le loro attività «portano in sé e fanno vivere principi fra i più essenziali per la convivenza e la collaborazione delle tante diversità che dovranno vivere insieme nel mondo che ci aspetta: il principio di solidarietà, nutrito dalla forte sensibilità per l’interesse altrui, e la ricerca, su questa base, del bene comune. Ne abbiamo tutti bisogno».

Alla presentazione è intervenuto anche Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas e membro del comitato promotore. «Sosterremo l’iniziativa perché il volontariato, caratteristica peculiare della nostra storia – ha spiegato -, ottenga il riconoscimento Unesco quale bene immateriale». Sulla stessa linea Francesco Rocca, presidente di Croce Rossa Italiana e membro del comitato promotore. «Chiedere il riconoscimento del volontariato come bene immateriale dell’umanità è un’idea fantastica, giusta. Ricordiamoci che i volontari sono sempre espressione di una comunità locale ed è importante riconoscere che solo che l’energia gratuita del volontariato è capace di tessere i fili di una comunità. Per questo, anche parlando a nome di 192 associazioni internazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, sosterremo con forza la campagna».

In Italia sono 6,3 milioni i volontari attivi, di cui 4,14 impegnati in organizzazioni strutturate.  Il tasso di volontariato più alto (16%) si registra nel Nord Italia, che raggiunge una percentuale quasi doppia rispetto alle regioni del Sud (8,6%). Per il comitato promotore si tratta di «una forza incredibile e motore autentico della nostra società. Una rete sociale animata da un volontariato esteso, indispensabile per costruire quel cambiamento nelle priorità del nostro vivere civile per non farci trovare impreparati di fronte alle nuove domande sociali e per garantire la qualità della nostra democrazia sempre più bisognosa di un’educazione al bene comune», si legge in una nota.

16 giugno 2021