Il vicario Reina indice la visita pastorale alla diocesi
La lettera diffusa dal Vicariato, L’inizio annunciato per il mese di gennaio. «Sarà l’occasione per incontrarvi, conoscervi, per dialogare, incoraggiarci, ringraziare, chiedere perdono, correggerci, aiutarsi a ricominciare».
Un «profondo desiderio di comunione e condivisione per essere non solo “per” voi ma “tra voi”». Sono le parole con le quali il vicario Reina annuncia in una lettera indirizzata alla diocesi l’inizio della sua visita pastorale, a partire dal mese di gennaio. «L’inizio del Giubileo e la scelta del Santo Padre di chiamarmi al delicato servizio di suo vicario per la diocesi di Roma – si legge nel testo, pubblicato online sul sito della diocesi – mi spingono a ricercare un rapporto di maggiore conoscenza con ogni realtà di cui si compone la diocesi e di tutte le persone che l’arricchiscono». Nelle parole del vicario, «essere popolo missionario è credere e operare insieme per il Vangelo. Infatti siamo stati costituiti come unico corpo, e questa nostra Chiesa si edifica attraverso il servizio alle realtà che in ogni forma esprimono bisogno di salvezza».
Reina mette l’accento su una «evidenza», vale a dire il fatto che «nulla potrei fare senza i presbiteri e i diaconi, senza le associazioni, i gruppi di volontariato, gli operatori pastorali, i religiosi e le religiose. Tendo ora la mia mano per cercare le vostre – prosegue – dove riverbera quanto il nostro Signore Gesù continua a donare attraverso ciascuno. Il dono di Dio ci precede sempre e anche noi possiamo essere sorpresa del gratuito per chi incontriamo». A fare da guida, le parole di Gesù – «questo è il mio corpo, mangiatelo» – che «vigilano permanentemente sul come essere Chiesa».
In particolare, prosegue il cardinale, «per chi come me inizia un’esperienza nuova è necessario darsi un tempo per conoscere e farsi conoscere. Tra le responsabilità che mi sono affidate c’è quella di custodire e di orientare una visione di Chiesa, per cui è necessario elaborare i delicati processi che sostengono le decisioni. Sarebbe insensato – riflette – pensare questo come una pratica solitaria. Il vescovo come i padri e le madri nella vita familiare hanno compiti che afferiscono alla loro condizione che spesso prevedono l’impossibilità di delega. E come si devono mettere in conto errori e incomprensioni, bisogna accettare anche la solitudine. Ma nell’esperienza pastorale dobbiamo imparare a non presumere di poter fare da soli – aggiunge ., specialmente in questo tempo dove la complessità delle situazioni esistenziali deve distoglierci dall’illusione dell’autosufficienza. Così nei diversi territori che caratterizzano la nostra diocesi dobbiamo essere capaci di riconoscere la dignità e il valore di ogni persona impedendo che le differenze, anche di fede, possano impedire la collaborazione».
Alla vigilia, ormai, del Natale, «segno permanente della prossimità di Dio», il vicario ribadisce il suo «bisogno» e la sua «attesa di incontrarvi, conoscervi, per dialogare, incoraggiarci, ringraziare, chiedere perdono, correggerci, aiutarsi a ricominciare». Di qui la scelta della visita pastorale, «lo strumento che da secoli la Chiesa affida ai pastori affinché dedichino del tempo alla conoscenza delle singole comunità, ne ascoltino le gioie e i dolori, riconoscano i carismi e colgano i segni attraverso cui individuare insieme i passi di crescita da compiere. Unito alle necessarie scelte programmatiche ed organizzative di questa esperienza pastorale – aggiunge – vorrei che avvertiste il mio desiderio di abbracciare ognuno fraternamente».
Nei prossimi giorni, conclude Reina, saranno comunicate le modalità precise della visita.
21 dicembre 2024