Il “viaggio” di Rosi con Papa Francesco

Nelle sale dal 4 ottobre il film presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia. Nelle parole del regista, «è il ritratto di un uomo che ci fa guardare oltre e riflettere su temi universali»

37 viaggi apostolici in 59 Paesi. Si comincia con dei numeri, forse un po’ aridi. Ma subito si verifica che dietro di loro c’è una storia precisa: si tratta infatti dei viaggi messi insieme da Jorge Mario Bergoglio da quando nel marzo 2013 è salito al soglio di Pietro col nome di Francesco. Il film “In viaggio”, tra i più attesi della Mostra di Venezia, è stato presentato fuori concorso il 4 settembre ed è in sala dal 4 ottobre. Ha detto il regista Gianfranco Rosi: «Il film è il ritratto di un uomo che ci fa guardare oltre e riflettere su temi universali».

Torna alla mente quello che il Papa disse al momento della sua elezione: «Per scegliere il pontefice siete andati a prenderlo ai confini del mondo». “Ai confini del mondo”: è una frase che da subito offre l’idea di una indefinita lontananza, di qualcosa di molto distante, di un luogo che non sarà facile raggiungere. Così si è mosso Francesco fin dal suo primo viaggio a Lampedusa, isola in grado di esprimere insieme una vicinanza e una lontananza di non facile definizione. Fin da quel primo approdo in un contesto segnato da diffusa precarietà, si è evidenziata la forza missionaria di quei percorsi che dovevano, fin da subito, non essere fini a se stessi ma entrare nell’animo profondo degli abitanti e delle persone.

Forse, all’interno del cinema italiano, Gianfranco Rosi è il regista che ha dimostrato maggiore dimestichezza con il tema del viaggio. E non solo: anche con quelli della migrazione, della guerra, del sacrificio di persone indifese. In anni recenti si è imposto come cantore degli esclusi, e non pochi suoi titoli hanno con riconoscimenti nei principali festival: Leone d’oro a Venezia nel 2013 per “Sacro G.R.A”; Orso d’0ro a Berlino per “Fuocoammare” nel 2016; ancora al Lido con “Notturno” nel 2020, terribile cronaca sui civili che abitano le terre martoriate tra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano.

Da queste premesse il regista prende le mosse per compiere un ulteriore passo in avanti. Mentre conferma il binario narrativo nel segno dell’impegno civile, con “In viaggio” Rosi pedina Papa Francesco rivolto a trovare una chiave di racconto insieme rispettosa e del tutto personale della figura trattata. L’8 luglio 2013, all’indomani dell’ennesima tragedia del mare a Lampedusa afferma: «Siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza. Ci siamo abituati alle sofferenze dell’altro». Per arrivare il 7 marzo 2021 all’appello in Iran contro tutte le guerre: «Quando la speranza deve diventare più forte della morte e la pace più forte della guerra».

Il rischio del film, in tempi divorati dai media, forse è quello di ripercorrere immagini già viste, di approcciare momenti e situazioni già proposte da altre reti televisive. Tanto più nitida risalta allora la figura di Bergoglio, il suo muoversi come incessante pellegrino nelle periferie del mondo.

11 ottobre 2022