Il vescovo Ricciardi: essere sollievo per chi soffre

La celebrazione all’Università Cattolica nella Giornata nazionale. «Tutelare le persone malate con una diversa cultura della cura»

Oltre cento iniziative in tutta Italia per celebrare la XX Giornata Nazionale del Sollievo, che a Roma ha avuto il suo fulcro nella mattina di domenica 30 maggio, al Policlinico Universitario Agostino Gemelli, dopo il webinar di venerdì scorso sul tema “…Con cura. L’arte di portare sollievo con scienza e cuore”. Ieri mattina, dopo il concerto “Note di sollievo” della Banda Musicale dell’Arma dei Carabinieri, una celebrazione eucaristica nella chiesa centrale dell’Università Cattolica è stata presieduta da monsignor Paolo Ricciardi, vescovo ausiliare della diocesi di Roma delegato per la pastorale sanitaria.

«Quando si celebrano queste giornate – ha sottolineato monsignor Ricciardi nel corso dell’omelia – non parliamo di concetti astratti e distanti, ma di problemi e soluzioni concrete perché il tema della sofferenza tocca le nostre relazioni più intime». Il vescovo ha ricordato come «tutti siamo chiamati ad affrontare direttamente e indirettamente la malattia: in noi stessi, nei nostri familiari o nel lavoro, per chi opera nelle strutture sanitarie». Secondo Ricciardi, con la Giornata del Sollievo, «dobbiamo trasformare la domanda del “perché” si soffre al “come” si soffre». Ricordando la memoria liturgica della Trinità, «che infonde in noi il senso di umanità», ha sottolineato, «si deve quindi essere sollievo per gli altri».

Con la pandemia, ha ricordato il presule, «abbiamo avvertito la solitudine e la voglia di vicinanza. Allo stesso tempo però – ha evidenziato – abbiamo sperimentato il desiderio di poter essere sollievo per gli altri». Un desiderio che questa Giornata fa proprio grazie alla voglia di essere «sollievo per gli altri di un giornalista come Gigi Ghirotti» Ricciardi ha infatti concluso ricordando come la Giornata si ponga l’obiettivo di «tutelare le persone malate con una diversa cultura della cura», soprattutto grazie all’opera della Fondazione nata nel 1975 e ispirata al lavoro del giornalista Ghirotti che, colpito dal linfoma di Hodgkin, ha fatto leva sulla sua condizione di paziente per raccontare agli italiani, in modo inedito, le storie di molti malati e della sanità pubblica.

L’iniziativa, promossa anche dal Ministero della Salute, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e dall’Ufficio Cei per la pastorale della salute, «è un modo per ribadire l’attenzione che si deve ai malati, ai loro familiari e agli operatori sanitari», ha ribadito a margine della celebrazione Vincenzo Morgante, direttore di Tv2000 e presidente della Fondazione “Gigi Ghirotti”. Portare sollievo significa anche «prendersi cura di chi vive lo stato della malattia, soprattutto se emarginato». In tal senso, il Covid-19 – ha sottolineato Morgante – ha acuito questo problema, perché sappiamo bene come molti hanno perso la vita senza uno sguardo amorevole o senza la compagnia di un familiare o di un amico». Il messaggio che arriva da questa Giornata è dunque quello di «trattare i malati per ciò che sono realmente, ovvero persone con una loro dignità da preservare sempre».

Infine, uno sguardo alla strettissima attualità, quella dei vaccini. «Sollievo – ha concluso il direttore di Tv2000 – significa anche bene comune e più di ogni altra cosa dare la possibilità a tutti, nessuno escluso, di vaccinarsi è un impegno che deve vederci tutti protagonisti».

31 maggio 2021