Il vescovo Palmieri: annunciare la misericordia

La Messa celebrata domenica 10 maggio a Santa Maria in Montesanto. L’invito a «non lasciarsi turbare» nel tempo della pandemia

«Nel momento in cui la pandemia ci ha spogliato di tutto, non perdiamo la fede che il Padre è in Gesù e Gesù è nel Padre e che noi siamo in Lui. Lui sta guidando la sua Chiesa perché viva tutte le trasformazioni per poter essere capace di evangelizzare e di annunciare a tutti la misericordia di Dio». Così monsignor Gianpiero Palmieri, vescovo ausiliare per il settore Est, che ieri, 10 maggio, ha presieduto la Messa nella chiesa Santa Maria in Montesanto, nota anche come “chiesa degli artisti”. Al suo fianco all’altare don Walter Insero, rettore della chiesa in piazza del Popolo e direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma.

La liturgia della V domenica di Pasqua, trasmessa in diretta su Rai Uno, aveva al centro il commiato di Gesù, l’ultima parte del cosiddetto “discorso di addio” fra Cristo e i dodici apostoli durante l’Ultima Cena dopo l’annuncio del tradimento di Giuda e del rinnegamento di Pietro. Nel brano del Vangelo di Giovanni emerge da un lato la tensione del momento, «il clima angoscioso dei discepoli che intuiscono che si stia per compiere qualcosa di irreparabile», ha detto il presule durante l’omelia, e dall’altra la pacatezza di Gesù che a poche ore dalla sua condanna, passione e morte invita i dodici a non “turbarsi”, «parla di un Padre che non abbandona mai» e promette loro un posto nel Regno. Il vescovo Palmieri si è quindi soffermato sulle reazioni di Pietro, Filippo e Tommaso simili a quelle di molti uomini nei momenti di grave difficoltà e tensione.

Nella quotidianità è possibile rispecchiarsi nell’«appassionato» Pietro che si dice pronto a seguire Gesù per poi rivelarsi «una persona ancora instabile – ha aggiunto il vescovo -. Il suo amore non è ancora maturo è profondamente attaccato e preoccupato per se stesso». Solo quando farà l’esperienza dell’amore smisurato di Cristo, che «condivide la sorte degli scartati», diventerà «un uomo nuovo capace di fare ciò che dice». Nel primo Papa «ritroviamo tutti la nostra immaturità nell’amore».

Poi c’è la reazione di Tommaso «l’incredulo», nel quale è possibile scorgere «il nostro scetticismo e la nostra mancanza di speranza». Chiede a Gesù di mostrargli la via che passa dalla morte alla casa del Padre convinto di poterla percorrere con le sue sole forze. «Questo è impossibile per gli uomini – le parole di Palmieri -. Gesù dice un’altra cosa, che è Lui la via per attraversare l’abisso della morte». Infine, l’atteggiamento di Filippo incapace di comprendere il vero volto di Dio che «mostra la sua onnipotenza nella debolezza della croce». Il vescovo ha quindi rimarcato che il Risorto «vuole guarire tutti, anche noi. Non dobbiamo mai perdere questa fede, non dobbiamo lasciarci turbare».

La seicentesca chiesa di Santa Maria in Montesanto è conosciuta anche come una delle due “chiese gemelle” di piazza del Popolo, l’altra è Santa Maria dei Miracoli. La denominazione di “chiesa degli artisti” si deve invece al fatto che dal 1953 è diventata sede della “Messa degli artisti”, celebrazione istituita da monsignor Ennio Francia nel 1941. Da quasi settant’anni la liturgia domenicale vede la partecipazione di celebri rappresentanti del mondo dell’arte e della cultura e qui spesso si celebrano i funerali di persone legate al mondo dello spettacolo e della televisione.

11 maggio 2020