Il vescovo Giuliodori nuovo assistente ecclesiastico generale dell’Ac

Lo ha nominato il Papa, confermandolo assistente dell’Università Cattolica. «Al servizio di due tra le più importanti espressioni del laicato cattolico del Paese»

Papa Francesco ha nominato, sabato 4 marzo, l’assistente ecclesiastico generale dell’Azione cattolica italiana: è monsignor Claudio Giuliodori, vescovo emerito della diocesi di MacerataTolentino-Recanati-Cingoli-Treia e assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Succede a Gualtiero Sigismondi, vescovo di Orvieto-Todi, giunto al termine del suo mandato. Una nomina accolta «con gioia» dall’associazione che, in una nota, esprime «intensa gratitudine al Santo Padre Francesco e alla Conferenza episcopale italiana. La scelta di chiamare un vescovo ad accompagnare il cammino dell’Azione cattolica italiana – si legge nel testo – è in primo luogo un segno del profondo e originario legame tra l’Ac e la Chiesa ed è per la nostra associazione un dono grande che riceviamo con gratitudine, un ulteriore incoraggiamento a proseguire il nostro cammino associativo in unione ai pastori da laici dedicati alle nostre Chiese locali e sempre dediti alla costruzione del bene di noi-tutti nella prospettiva di quell’’improrogabile rinnovamento pastorale atteso dalle persone e dalle comunità».

Nelle parole diffuse dalla presidenza dell’associazione anche il ringraziamento  «intenso e speciale» a Giuliodori. «Siamo certi – affermano – che, , anche grazie alla sua paterna e quotidiana cura, l’Ac proseguirà nel suo quotidiano e concreto spendersi per attuare il sogno di una Chiesa sinodale e missionaria che Papa Francesco ha affidato alla Chiesa Italiana e all’Azione cattolica». Ancora, si esprime la soddisfazione per la conferma di Giuliodori quale assistente ecclesiastico generale della Cattolica, «ricordando il legame fondativo e la collaborazione diffusa e sentita tra queste due istituzioni in particolare nelle diverse Chiese locali e riconoscendo la possibilità di una sua crescita feconda, anche alla luce della luminosa testimonianza e della memoria sempre viva e grata della beata Armida Barelli».

L’ultimo grazie è per l’assistente uscente Gualtiero Sigismondi, «per il suo accompagnamento sempre generoso e delicato, per la profondità spirituale, la passione evangelica e la promozione di una autentica corresponsabilità laicale nell’edificazione della Chiesa sinodale». E proprio Sigismondi, nel messaggio di congedo indirizzato all’associazione, la definisce come «scuola di liberta, laboratorio di laicità e, in particolare, palestra di sinodalità, in cui mi sono allenato a “camminare insieme”, lasciandomi ammaestrare, senza rinunciare ad accompagnare e a guidare». E aggiunge: «Aiutare la “famiglia grande e bella” dell’Ac a sentire cum Ecclesia, senza dissociare il radicamento personale della fede dalla sua presenza sociale, è stata la più consolante e disarmante sorpresa».

Da parte del nuovo assistente, l’auspicio è di «poter contribuire a rafforzare e rendere sinergico il servizio ecclesiale offerto da due tra le più importanti espressioni del laicato cattolico del nostro Paese. Mi auguro che possa crescere un sentire e un operare sinodale in quelli che oggi potremmo anche definire due “grandi cantieri”, ben diversi per la loro natura e per la loro missione, ma profondamente uniti da una storia comune», le sue parole nel giorno della nomina. Esprimendo gratitudine al Papa «per la fiducia e per aver dato continuità al mio servizio presso l’ateneo dei cattolici italiani del quale, in questi anni, ho potuto sempre più apprezzare le straordinarie capacità educative, la grande attività di ricerca scientifica, la qualificata e ricca produzione culturale», si è soffermato sulla “novità” dell’Azione cattolica. «Mi pongo a servizio di una realtà vitale che è cambiata nel corso del tempo – ha detto – ma senza perdere la sua identità di associazione laicale chiamata a sostenere la formazione integrale degli aderenti nelle loro diverse età e ambienti di vita, a curarne la santificazione e la partecipazione alla vita ecclesiale in intima e profonda comunione con i pastori, a orientarne l’impegno nell’apostolato attraverso una testimonianza credibile ed efficace».

6 marzo 2023