«Un lembo innegabile di inferno». Il vescovo di Ferrara-Comacchio Luigi Negri usa questa parole per definire la vicenda del duplice omicidio dei coniugi Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni, uccisi a colpi d’ascia dal figlio 16enne Riccardo e dal suo amico Manuel, 17 anni. E lo fa in un messaggio indirizzato a tutta la diocesi, nel quale parla all’istituzione Famiglia, ma anche alla Chiesa e alla società tutta intera. «Quello che è accaduto fra di noi – scrive il presule -, nello spazio della convivenza civile dei nostri paesi di provincia, è l’irruzione incredibile di una mentalità talmente diabolica da distruggere qualsiasi sentimento di umanità e di amore». In questo contesto, solo la fede può «impedire la disperazione».

Per monsignor Negri, «ciò che è stato premeditato e perpetrato in maniera impietosa ci mette davanti un lembo innegabile di inferno, ovvero la perdita totale del senso della dignità umana e dei valori fondamentali su cui può essere costruita la vita personale e quindi la vita dell’intera società». Un’irruzione così violenta del male «che può ghermire le menti dei giovani e farli diventare assassini», davanti alla quale ci si sente «inermi e impotenti». Dal vescovo però arriva anche un monito: «Non è più tempo per trascurare la nostra responsabilità educativa, non possiamo lasciare che i giovani crescano senza nessuna regola, senza nessun ideale, convivendo con i genitori esclusivamente sulla base di interessi e di problemi materiali».

Proprio per questo, «la famiglia e la Chiesa, così gravemente colpite da quello che è accaduto, devono riprendersi», prosegue Negri, ricordando che «questi ragazzi, poco o tanto, hanno frequentato le nostre attività parrocchiali e partecipato, almeno sporadicamente, a qualche momento formativo. Evidentemente dobbiamo fare tutti molto di più e molto meglio». Con un unico obiettivo: «Non lasciamo da soli i giovani, perché possono diventare facile preda di una mentalità assolutamente disumana e anticristiana. Riprendiamo, o ricominciamo, il cammino educativo. Aiutiamoci reciprocamente, famiglia, società e Chiesa, a non perdere il passo con i nostri giovani, facendo loro quelle proposte alte di vita nuova – conclude – che sole costituiscono l’unico vero antidoto all’egoismo dissennato che rende gli uomini schiavi di una mentalità consumistica e quindi violenta».

12 gennaio 2017