Il vertice Italia – Africa aperto dal presidente Mattarella

«È la cooperazione a muovere il progresso», le parole del capo dello Stato. La premier Meloni: il Piano Mattei «per liberare energie» nel continente e fermare l’immigrazione

«Se vuoi andare veloce corri da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme a qualcuno». Ha citato un proverbio africano il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiudendo ieri sera al Quirinale il suo brindisi davanti a capi di Stato e di governo e alle altre personalità ospiti del vertice Italia-Africa, occasione voluta dalla premier  Giorgia Meloni per lanciare il Piano Mattei. Auspicando un “›cammino comune» verso «benessere e pace in Africa, in Europa e nel mondo», il capo dello Stato italiano ha rilevato che «la cooperazione a muovere il progresso», indicando come “compito” comune quello di «esplorare lo straordinario potenziale di sviluppo delle relazioni» tra i due continenti, «sul terreno politico, per spegnere i focolai di tensione e di conflitto, sul terreno economico, per realizzare una produzione sostenibile e un’equa distribuzione delle risorse, per accrescere il patrimonio delle nostre rispettive culture».

Questa mattina poi, 29 gennaio, il via ai lavori nell’aula del Senato. Accanto alla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue – che annuncia «una nuova era di cooperazione» con la Banca africana di sviluppo – e i vertici della altre istituzioni europee. «Abbiamo stabilito delle materie prioritarie e dei Paesi pilota nei quali avviare i primi progetti», ha spiegato Meloni. E il riferimento è, naturalmente, ai Paesi più grandi e popolosi del continente, inevitabilmente i più influenti. Si parla già di Algeria, Egitto e Marocco. Assente, tra gli oltre 40 partecipanti, la Nigeria, lo Stato più grande d’Africa, attore fondamentale soprattutto nell’area occidentale, tormentata dal caos in Niger, nel quale, ha spiegato il ministro degli Interni Matteo Piantedosi, si teme per la «tenuta geopolitica».

Un altro fronte caldo è il Mar Rosso, dal quale, nelle parole di Meloni, si rischiano conseguenze per l’economia, «se noi non difendiamo la libertà di navigazione: dal Canale di Suez passa il 15% del commercio mondiale, nella migliore delle ipotesi bloccare quei mercantili vuol dire aumentare il costo dei prodotti che arrivano sul nostro mercato, non possiamo permetterlo. Quello che stiamo facendo è promuovere insieme all’Ue una missione difensiva per garantire la libertà di navigazione».

Al centro dell’attenzione, nel discorso della premier italiana, il “Piano Mattei”: un sistema di interventi con cui, ha sottolineato, «vogliamo dare il nostro contributo a liberare le energie africane anche per garantire alle giovani generazioni un diritto che finora è stato negato. In Europa – ha aggiunto – abbiamo parlato spesso del diritto a emigrare, ma quasi mai di come garantire il diritto a non dover essere costretti a migrare». La tesi di Meloni infatti è che «l’immigrazione illegale di massa non sarà mai fermata, i trafficanti di vite umane mai sconfitti se non si affrontano le cause che spingono una persona ad abbandonare la propria casa. È quello che intendiamo fare da una parte dichiarando guerra agli scafisti e dall’altra lavorando per offrire ai popoli africani una alternativa fatta di opportunità, formazione e percorsi di migrazione legale», ha assicurato.

Indicate dalla presidente del Consiglio anche le priorità di medio – lungo periodo del Piano: «Istruzione e formazione, salute e agricoltura, acqua ed energia. Abbiamo individuato – ha chiarito – alcune nazioni africane del quadrante subsahariano e nordafricano, che sarà poi allargato». Tra i progetti esemplificativi che fanno parte del Piano (sul quale l’Italia dovrebbe investire 5,5 miliardi) un centro di formazione professionale sull’energia rinnovabile in Marocco, corsi di formazione in Tunisia, progetti sanitari e investimenti in altri campi in Algeria, Costa d’Avorio, Egitto, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia e Kenya. «Noi – sono ancora le parole della premier – vogliamo fare la nostra parte con un ambizioso piano di interventi capace di aiutare il Continente a crescere e prosperare partendo dalle sue immense risorse».

Gratitudine nelle parole della presidente della Commissione europea Von der Leyen, secondo la quale «il nuovo Piano Mattei rappresenta un importante contributo a questa nuova fase della nostra partnership con l’Africa e si integra con l’European Global Gateway. Gli interessi e i destini tra Africa ed Europa sono allineati», ha continuato, soprattutto in alcuni settori chiave come energia pulita, lotta al cambiamento climatico, lavoro, migrazioni. E su quest’ultimo punto, ha citato le collaborazioni avviate con Costa d’Avorio, Gambia, Mauritania e Senegal. «Il nostro approccio è chiaro: siamo pronti a offrire maggiori opportunità per venire in Europa legalmente in modo che le persone possano muoversi, imparare e riportare a casa le nuove competenze. La mobilità deve essere gestita dalla legge, non dai trafficanti», il monito.

Per il presidente dell’Unione africana Azali Assoumani, «è essenziale lavorare insieme per mettere a frutto il potenziale dell’Africa, per sviluppare sempre di più il continente, per rafforzare la nostra partnership, ma soprattutto per porre fine ai flussi migratori che spesso sono micidiali per gli africani. Mi auguro che il vertice sia occasione per incoraggiare l’Italia ed altri partner a contribuire sempre di più a potenziare la sicurezza alimentare e garantire la trasformazione dei sistemi di produzione agricola in Africa»

Del «ritardo» rispetto all’Agenda 2030 ha parlato invece il vice segretario generale delle Nazioni Unite Amina Mohammed, evidenziando le numerose crisi che hanno aggravato gli impegni assunti negli ultimi decenni. «Quando l’Africa prospera, l’Europa prospera e il mondo prospera», ha commentato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. «Enrico Mattei aveva capito per primo che c’è più forza nelle nazioni che collaborano, piuttosto che quando lavorano l’una contro l’altra», ha ricordato.

«Passare dalle parole ai fatti» è l’esortazione arrivata da Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione dell’Unione africana, che ha ringraziato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con la quale «c’è un interesse costante per una cooperazione equa e produttiva».

29 gennaio 2024