Il Tetto a sostegno delle madri in difficoltà

La casa famiglia, dedicata a nuclei monoparentali (mamma e figli) è attiva ormai da due anni. Attivo anche un centro diurno “Gli scatenati”

La casa famiglia, dedicata a nuclei monoparentali (mamma e figli) è attiva ormai da due anni. Attivo anche un centro diurno “Gli scatenati” e un doposcuola 

Casa famiglia, centro diurno, progetti nati e realizzati affinché «nessuno resti solo», questo e molto altro è Il Tetto. Il progetto, in realtà, non nasce recentemente tuttavia solo negli ultimi anni ha avuto lo slancio di ripartire e di riaffermarsi come realtà in una vasta zona della Capitale, quella in cui il Tevere separa l’Ostiense dalla Portuense. Presso Il Tetto, oltre all’Associazione Romana Pro Juventute (Arpj) opera anche la Comunità Adsis: «L’Arpj, in passato, gestiva già autonomamente il centro che ora ospita la casa famiglia, tuttavia nel 2015 una serie di eventi porta i componenti del direttivo dell’associazione a decidere di chiudere, di “congelare”, in un certo qual modo, il progetto», dice Padre Angel, sacerdote della Comunità Adsis.

«Il nostro lavoro comune ha fatto sì che il centro ripartisse con rinnovato vigore – continua il sacerdote – abbiamo istituito una commissione congiunta Arpj/Adsis in modo da stilare un progetto e far sì che quel luogo tornasse a vivere». Una storia, dunque, che sembrava terminata e che, invece, ha tratto nuova linfa dalla cooperazione e che «a breve compirà due anni di attività», afferma Padre Angel. Il Tetto, dunque, è una casa famiglia per «nuclei familiari monoparentali, composti da una mamma e dai bambini». «Al Tetto – racconta Angel – cerchiamo di aiutare le donne che hanno alle spalle esperienze negative, affinché nei (massimo) 18 mesi di permanenza nella casa raggiungano nuovamente almeno una semi autonomia».

«Dobbiamo dire, però, che questo periodo di tempo massimo da noi individuato spesso non è sufficiente a causa della complessità di diverse situazioni». Il cardine di questo progetto è senza dubbio la presenza del volontariato, come spiega padre Angel: «ci sono sempre circa venti volontari che si alternano in turni (specie quelli notturni) e sono a sostegno dell’equipe di professionisti presenti nella struttura». Perché, in effetti, il volontariato messo in atto tra Arpj e Adsis è a supporto della rete di professionisti che operano nella struttura: psicologi, educatori e assistenti sociali.

Il Tetto comprende, oltre
al progetto della casa famiglia “Madre-Bambino”, anche quello del centro diurno “Gli Scatenati”, oltre a cui è bene ricordare anche il doposcuola “la meta a metà” che impegna volontari e professionisti nel centro in laboratori pomeridiani «linguistici e creativi» con diverse decine di minori segnalati «dall’ASL Roma C e dai servizi sociali dei municipi VIII e IX». (Marco Piccinelli)

24 febbraio 2017