Il tempo universitario, «tempo di Dio»

Nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Lateranense l’incontro del cardinale Vallini con le matricole degli atenei romani, che ha aperto la Settimana dell’accoglienza organizzata dall’Ufficio diocesano

Con l’invito a non «limitare l’orizzonte della vita alla sua particolarità ma a leggerlo a partire dall’evento della resurrezione di Cristo», ieri sera, martedì 28 ottobre, nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Lateranense, il cardinale vicario Agostino Vallini ha accolto le matricole di tutti gli atenei romani. L’incontro ha aperto ufficialmente la “Settimana dell’accoglienza”, organizzata dall’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, che si concluderà con la giornata di sabato 8 novembre, intitolata «Nuovo umanesimo ed Eucaristia. “Non avevano che un solo pane”», e con il tradizionale pellegrinaggio degli universitari che, per la prima volta, si svolgerà a Orvieto.

Una realtà demograficamente consistente, quella degli atenei della Regione, come ha sottolineato Ciro Attaianese, rettore Università di Cassino e del Lazio Meridionale e presidente del Coordinamento delle università del Lazio (Crul). «Nella nostra regione gli studenti sono 250mila. Il 18% dell’intera popolazione universitaria nazionale. La formazione – ha detto il rettore durante l’incontro animato dagli universitari del Rinnovamento nello Spirito – non è solo un fattore produttivo. Noi non vogliamo formare solo degli utili impiegati ma dei buoni cittadini». Poi le domande delle matricole al cardinale, ben diciassette. «Come coniugare il tempo dello studio con il tempo di Dio?», «Come testimoniare la nostra fede a chi non crede, negli ambienti universitari?». Queste alcune delle questioni poste dai ragazzi. A tutti il cardinale ha risposto invitando a ricercare un rapporto personale con Cristo. «È normale – ha osservato – che uno studente sogni di laurearsi e di trovare un lavoro. È un suo diritto. Ma per me l’esperienza umana deve essere letta a partire dalla risurrezione di Cristo».

Tutto comincia dall’interrogarsi. «Ponetevi la domanda – ha suggerito il cardinale – su chi è Cristo per voi. Se potete rispondervi anche in modo iniziale, pur con tutti i dubbi e nel bisogno di ulteriore approfondimento, che non escludete che Cristo sia Dio nella vostra vita, allora avete imboccato la strada giusta». Su questa prima pietra angolare si costruisce tutto il resto, perché anche «il tempo universitario è un tempo di Dio». Ci si deve «avvantaggiare di tutte le opportunità che vi verranno date – ha proseguito il porporato – per far crescere la vostra coscienza in modo robusto». Poi si muovono i primi passi nella pienezza della vita sacramentale. «L’Eucaristia è il punto di arrivo, non un dovere, ma un bisogno. Ma prima la fede ha bisogno della Parola. E poi della preghiera che riscalda. Della confessione, che è come ammettere che “da solo non ce la faccio”: è un processo graduale di purificazione». L’ultima tappa del cammino è il dono di sé: «Il Signore ti dà molto – ha concluso il cardinale Vallini – ma questo molto non è solo per te».

Ai consigli del cardinale Vallini, il vescovo Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, ha aggiunto, in una “Lettera agli studenti universitari di Roma”, quello di coltivare l’onestà: «I futuri intellettuali devono anteporre ad ogni interesse personale o del gruppo di appartenenza il servizio della verità e del bene comune».

29 ottobre 2014