“Il tempo di Caravaggio”. Capolavori della collezione Longhi

L’esposizione negli spazi espositivi temporanei dei Musei Capitolini, fino al 13 settembre 2020. Un viaggio attraverso il genio dell’«inventore della forma delle ombre»

Caravaggio e Roberto Longhi: l’artista più amato dei nostri tempi, capace di suscitare l’ammirazione in un pubblico vastissimo al pari degli impressionisti, e lo storico dell’arte che, sin da giovanissimo, ne intuì la portata rivoluzionaria. Oggetto della sua tesi di Laurea, discussa a Torino nel 1911 a soli 21 anni, Caravaggio divenne un artista le cui opere e quelle dei suoi seguaci (non ebbe né maestri né discepoli) costituirono il nucleo centrale di una più vasta ed eterogenea collezione di Roberto Longhi. Nucleo in mostra negli spazi espositivi temporanei dei Musei Capitolini con il titolo: “Il tempo di Caravaggio”.

Difficile da credere, eppure in passato Caravaggio non era un artista così noto. Meritevole in tal senso, per affluenza di visitatori e per lettura critica, la mostra allestita a Milano, a Palazzo Reale, nel 1951: Longhi rese omaggio a Caravaggio, rivelandone la genialità dinanzi a circa 500 mila visitatori; numero elevato, anche in considerazione della popolazione italiana di quegli anni. In quell’occasione, superando una visione romantica precedente, tesa a ravvisare nelle opere di questo genio tracce della sua vita violenta e dissoluta, da artista maledetto, da porre in relazione col suo modus operandi, Longhi propose una linea interpretativa nuova: Caravaggio pittore “umano” e non umanistico; non più l’ultimo pittore del Rinascimento, ma il primo dell’età moderna. Un pittore non alla ricerca dell’armonia e perfezione delle forme, dei corpi belli, ma dell’antitesi del soggetto ideale: il reale; reale colto nella sua plasticità di luci e ombre.

Merisi «inventore della forma delle ombre», capaci di far emergere corpi in «luminosità momentanee o negarli nel gorgo dell’oscurità», è dunque l’artista della «pittura diretta» . Pittura che elegge come sua unica maestra la natura, come si evince dal capolavoro “Ragazzo morso da un ramarro”. Opera posta, per favorirne la contemplazione (verbo che più le si addice), in uno spazio solo ad essa dedicato, al quale può accedere un visitatore alla volta (al massimo due, se dello stesso familiare) per ragioni di sicurezza e di emergenza sanitaria. Quel gesto scomposto del ragazzo, la contrazione del viso tra dolore e sorpresa, l’aggrottarsi della fronte, il brusco scatto della spalla prominente, la natura morta con caraffa trasparente, è una rappresentazione del reale che ha una  forza dirompente. Il visitatore potrebbe avvalersi della similitudine operata da Longhi, che ricorreva al cinema per definire la singolare abilità di Caravaggio nel riprodurre il reale, assimilandola ai fotogrammi di un film. Si precisa che del dipinto esistono due esemplari, oggi considerati perlopiù entrambi autografi: il secondo è conservato presso la National Gallery di Londra.

Interessante nella sala introduttiva, dedicata alla figura del critico e alla fondazione da lui istituita, il disegno a carboncino del ragazzo, protagonista del capolavoro su detto, eseguito dallo stesso Longhi: denota non solo le sue qualità di disegnatore, ma anche lo studio per via grafica e la comprensione dell’organizzazione luminosa del dipinto. In mostra anche “Ragazzo che monda un frutto”, copia da Caravaggio. A seguire oltre 40 dipinti di artisti, di cui alcuni fiamminghi e olandesi, che per tutto il secolo 17º sono stati influenzati dalla rivoluzione figurativa del Merisi.

Tra le opere, oltre a quelle di Carlo Saraceni, presente anche  “Susanna e i vecchioni” di Mattia Preti: dipinto in ottimo stato di conservazione, in cui l’incarnato della santa non è verdognolo come nei soggetti de “Concerto a tre figure”, nel quale puliture non adeguate hanno fatto emergere gli strati preparatori di tonalità verde. Si segnala anche il capolavoro di Valentin de Boulogne “La negazione di Pietro”, la cui ambientazione, “una scena da taverna” con soldati che giocano a dadi e la serva che accusa il discepolo, è un preciso riferimento alla “Vocazione di San Matteo” del Merisi nella chiesa romana di San Luigi dei Francesi.

Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi. Fino al 13/9/2020. Orari: tutti i giorni 9.30 19.30 turni di ingresso contingentati e tramite acquisto online o allo 060608. Biglietto (integrato, Musei Capitolini + mostra): intero euro 15; ridotto euro 13. Curatore: Maria Cristina Bandera. Catalogo: Marsilio editori euro 20.

10 luglio 2020