Il teatro, e non solo, piange Dario Fo

L’attore e drammaturgo è morto all’ospedale Sacco di Milano, ricoverato per problemi respiratori. Nobel per la Letteratura nel ’97, aveva 90 anni

L’attore e drammaturgo è morto all’ospedale Sacco di Milano, dove era ricoverato per problemi respiratori. Nobel per la Letteratura nel ’97, aveva 90 anni

La notizia è rimbalzata in fretta questa mattina, giovedì 13 ottobre, dalle pagine dei giornali ai monitor di tablet, smartphone e pc: Dario Fo è morto all’ospedale Sacco di Milano, dove era ricoverato da 10 giorni per problemi polmonari. 90 anni, era nato il 24 marzo del 1926 a Sangiano, in Lombardia, tra il lago Maggiore e la Svizzera, dove la cultura popolare ha le forme del teatro. Attore, drammaturgo, regista, scenografo, impresario, scrittore e pittore, giullare che ride del potere, è stato l’ultimo italiano a ricevere il Premio Nobel per la Lettertura, nel 1997, proprio per il suo imponente corpus drammaturgico. «Giullare» della cultura italiana, amava definirsi, aveva intrecciato la sua vita e la sua creatività con quelle di Franca Rame, sposata nel 1954, da cui evve un figlio, Jacopo, con la passione per la scena inscritta nei geni. E insieme sono rimasti, fuori e dentro le scene, fino alla scomparsa di lei, il 29 maggio 2013.

Inizia allora, per Fo, una fase quasi di furore e rinnovata vitalità, nella quale il lavoro è analgesico e medicina. Sempre attento alla vita pubblica, il 20 settembre scorso aveva presentato a Milano il suo ultimo libro, “Darwin”, dedicato al padre dell’evoluzionismo. Nell’estate precedente, nel Palazzo del Turismo a Cesenatico, aveva esposto dipinti, opere grafiche, bassorilievi, sculture e pupazzi creati da lui e accompagnati da testi collegati al libro. E continuava ad andare in scena con il suo “Mistero Buffo”, il testo più amato. «Non temo la morte ma neanche la corteggio. Se hai campato bene è la giusta conclusione della vita». Così aveva risposto, interpellato sull’approssimarsi della fine. E ora che la fine è arrivata, per lui che parlava di se stesso come «ateo di Dio», lo accompagna la pregheira espressa dal Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti: «Che possa incontrare l’amore pieno».

Dario Fo, ricorda il direttore della sala stampa del Convento padre Enzo Fortunato, «è sempre stato legato da affetto e ammirazione per il Santo di Assisi: lo testimoniano alcuni suoi scritti come la poesia per il Santo “Il dono della Pace” e il racconto “La leggenda della fonte tiepida”». La sua «voce critica», commenta padre Gambetti, «è stata da stimolo per l’attenzione verso gli ultimi e le periferie della storia».

13 ottobre 2016