Il sequestro Aquarius e il peso della politica

Paolo Naso, coordinatori di Mediterranean hope (Fcei) commenta l’operazione della Procura di Catania e parla di «astio persecutorio» verso le ong. L’Arci: «L’odore della strumentalità e della propaganda è forte»

Non ha dubbi Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope (MH), programma per rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei): «Il sequestro della nave Aquarius di Medici senza frontiere sembra mosso da orientamenti politici e da astio persecutorio nei confronti delle ong». E spiega: «Smentita dai fatti e dagli accertamenti sull’operato delle ong che aveva messo sotto inchiesta, la Procura di Catania continua la sua battaglia contro chi salva vite nel Mar Mediterraneo. Questa volta – prosegue Naso – lo fa con argomenti risibili che denotano un’intenzione tutta politica che non deve preoccupare solo chi è impegnato nel campo della solidarietà ma anche quanti vogliono difendere l’indipendenza della magistratura dal potere politico».

Per quanto riguarda Mediterranean Hope, «continuiamo a credere nel valore umano e morale del soccorso in mare e continuiamo a sostenere chi lavora in questo senso», assicura il coordinatore. Proactiva Open Arms proprio oggi, 20 novembre, ha lasciato Barcellona per una missione umanitaria nel Mediterraneo centrale. «Siamo contenti – conclude Naso – che anche questa volta a bordo ci sia, come medico, una collaboratrice di Mediterranean Hope».

Sulla stessa linea il commento che arriva dall’Arci. «L’odore della strumentalità e della propaganda è forte», si legge in una nota stampa che commenta l’operato della Procura di Catania, «la stessa che senza successo accusò Medici senza frontiere di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina», e che «ora apre una nuova indagine». Medici senza frontiere viene accusata di avere smaltito illegalmente «un ingente quantitativo di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, derivanti dalle attività di soccorso dei migranti». Per l’Arci tuttavia lo smaltimento dei rifiuti di bordo è stato gestito sempre seguendo le procedure standard, «mai contestate dalle autorità competenti né individuate come rischiose per la salute pubblica da quando Medici senza frontiere ha avviato le attività in mare nel 2015», ricordano.

L’associazione esprime dunque solidarietà a Msf «che ha salvato, con la sua azione nel Mediterraneo, 80mila esseri umani, e anche l’onore delle democrazie europee e della civiltà giuridica del nostro continente». Ancora, si chiede «per quanto tempo la Procura di Catania continuerà a usare l’azione giudiziaria per fare propaganda politica, ai danni delle attività di ricerca e soccorso in mare. Ribadiamo la necessità di un intervento civile nel Mediterraneo per salvare vite umane in assenza di programmi dei governi europei, impegnati a usare questo tema in funzione elettorale – affermano dall’Arci -. Non possiamo continuare ad assistere a una strage senza reagire». Per questo l’Arci continuerà a sostenere l’azione della nave Mediterranea, la nave della società civile che ha l’obiettivo di svolgere attività di monitoraggio, testimonianza e denuncia della drammatica situazione in mare, «ancora più importante in questa fase nella quale si rafforzano sentimenti e atti di razzismo istituzionale e diventa sempre più difficile salvare vite umane».

20 novembre 2018